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Andrea Prochaska • Regista

Sms: 3 giorni e 6 morto

di 

Dopo quattro esperienze come montatore ed un primo debutto alla regia con un poliziesco nel 1998, Die 3 Postrauber, Andreas Prochaska ha trascorso gli ultimi anni occupandosi di fiction per la TV.
Nonostante un budget inferiore ai due milioni di euro, il suo secondo lavoro, Sms: 3 giorni e 6 morto [+leggi anche:
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scheda film
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, un film horror su un gruppo di ragazzi che ricevono strani sms che annunciano la loro morte imminente, non è stato solo uno dei film austriaci di maggior successo, ma è stato anche esportato in oltre trenta Paesi.

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Cineuropa: Cosa l’ ha spinta a fare film?
Andreas Prochaska: Sono cresciuto in una piccola cittadina dove non è mai stato girato un film e Hollywood è sempre apparsa una realtà molto distante, ma quando mi sono trasferito a Vienna ho capito che fare film poteva essere possibile. Il cinema austriaco non può ancora essere considerato un’industria, ma ci sono molte possibilità per chi vuole lavorare in questo campo. Così ho cominciato dai compiti più semplici e ho percorso gradualmente il mio cammino verso la regia.

Com’è stata la sua esperienza come montatore in tre film di Haneke?
Trovo impressionante il modo in cui utlizza i primi piani e i suoni per enfatizzare cosa viene mostrato allo spettatore e cosa invece no. Inoltre, anche se il mio lavoro ha orientamenti differenti, mi ha colpito il fatto che riesca a creare situazioni a cui non c’è soluzione, che inducono a riflettere molto anche dopo la fine del film.

Perché ha aspettato otto anni dopo il suo primo lavoro Die 3 Postrauber prima di girare Sms: 3 giorni e 6 morto?
Nel frattempo mi sono dedicato alla televisione, e cercavo una buona storia horror. Ho avuto un’idea all’inizio, grazie ad un film spagnolo con una trama simile, ma c’è voluto tempo prima di trovare una storia che mi piacesse davvero. Preferisco aspettare a lungo un buon copione piuttosto che fare un film che non mi piacerebbe vedere se fossi uno spettatore.

Sembra un appassionato di crimini e thriller, e Sms è un vero film horror: sente di appartenere a questo genere di registi?
In realtà, anche se sono un vero cinefilo, non sono né un grande appassionato né un esperto di horror, ma credo che la migliore sfida per un regista sia quella di riuscire in qualsiasi genere. E’ per questo che stimo molto Robert Wise, che ha diretto Presenze, ma l’anno dopo ha vinto vari premi Oscar per Tutti insieme appassionatamente.
L’horror è interessante per un regista perché è un genere di film molto visivo, e permette di fare un uso pieno delle immagini e dei suoni per ottenere una reazione immediata nel pubblico, una reazione che a volte anche la commedia riesce ad avere.

Finora ha diretto per lo più produzioni per la tv: come definirebbe il paragone tra il piccolo e il grande schermo?
Non sono uguali per niente: sono diverse le storie, gli schermi. Un film per il cinema permette di creare personaggi e trame più complessi, e lo spettatore che compra il biglietto ha il diritto ad una storia elaborata. Sms non è un film molto complesso, ma richiede il grande schermo.

Il grande successo di Sms ha scaturito in Lei nuove ambizioni e opportunità?
Mi ha permesso di arrivare più facilmente negli altri Paesi, ma è ancora presto per trarre conclusioni. Devo ammettere che questo è stato un bel viaggetto per un film austriaco, e il riscontro all’estero è stato ottimo, anche negli USA!

Ed ora sta lavorando ad un nuovo progetto?
Mi piacerebbe fare qualcosa di diverso, ma Sms ha avuto un così grande successo che abbiamo deciso di girarne il seguito con nuovi personaggi. Vorrei fare qualcosa in cui poter mescolare l’horror e il western, qualcosa di molto austriaco, con la neve e i paesaggi deserti ed un unico personaggio al centro.

Tradotto da Alessandra Lamberti

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