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Patrice Boiteau • Direttore del Festival del Cinema Europeo di Osaka

Il cinema europeo, al di là dei pregiudizi

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Il francese Patrice Boiteau è alla guida del Festival del Cinema Europeo di Osaka, una finestra sulla diversità cinematografica del Vecchio Continente, ancora poco conosciuta nel paese del Sol Levante. Il punto sulla 14ma edizione.

Cineuropa: La locandina di questa 14ma edizione mostra una donna che guarda da un occhiello. E' così che il cinema europeo è visto in Giappone? Lo si guarda mantenendo una certa distanza?
Patrice Boiteau: Mi permetta di precisare una cosa che sarà sicuramente sfuggita a chi non parla il giapponese. In effetti, al di sopra dell'occhiello al quale lei fa riferimento, disposta verticalmente c'è una frase che spiega l'immagine e che suona più o meno così: "Forza, guardate... un mondo nuovo vi aspetta". E il verbo giapponese utilizzato sottintende l'idea di guardare attraverso qualcosa, senza essere quindi visti. Considerando la posizione di "voyeur" nella quale si trova lo spettatore in una sala cinematografica, al buio, ci sembrava interessante provocare gran parte del pubblico giapponese, che va poco al cinema (tanto meno per guardare film europei), suggerendogli di osare e andare alla scoperta di cose assolutamente fuori dall'ordinario. Quanto allo sguardo del Giappone sul cinema europeo, è difficile da definire perché spesso si limita a vaghi pregiudizi... Lo si crede generalmente "difficile" e cupo. Lo si ritiene poco accessibile. In effetti, la diversità che offre il cinema europeo qui resta ancora sconosciuta.

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Quali sono le principali novità di questa edizione rispetto alle precedenti?
Le novità sono soprattutto di tipo logistico e riguardano la rilocalizzazione dei principali eventi del festival: la "Nuit des Publivors", che apre la manifestazione da ormai sei anni, si è tenuta sabato 27 ottobre nella più grande sala da concerto della regione, la prestigiosa Festival Hall. Più di 3 000 spettatori hanno partecipato a questo nuovo appuntamento, confermando la giustezza della nostra scelta. La sezione dedicata alle anteprime giapponesi, dal canto suo, si svolgerà a fine mese nella non meno rinomata Recital Hall: una bella sala di 600 posti che, speriamo, permetterà di accogliere un pubblico numeroso, che potrà scoprire gli undici lungometraggi della sezione principale del festival. Quanto al programma, oltre la sezione dedicata alle anteprime, la manifestazione accoglie due importanti mostre. La prima celebra il grande regista polacco Andrej Wajda, presidente onorario di questa 14ma edizione, e la seconda l'artista giapponese Makoto Wada, che si è ispirato per le sue opere a una cinquantina di film europei. Una piccola nota personale per farle capire quanto sia un onore per me il poter accogliere tra pochi giorni gli artisti più talentuosi, che raggiungeranno Osaka per incontrare pubblico e stampa, prima fra tutti la grande attrice Mirjana Karanovic.

Come hanno risposto i professionisti locali, in particolare i distributori?
Le reazioni e le considerazioni dei professionisti sono state molto diverse fra loro. Ci sembra che le reazioni siano piuttosto positive, anzi molto positive. Ricordo il presidente di una società di distribuzione che aveva partecipato al festival l'anno scorso per la prima volta e rimpiangeva di non averlo fatto prima. Sicuramente, sarà tra noi quest'anno. Ma resterei ai fatti: quattro film presentati l'anno scorso sono stati programmati successivamente nelle sale, un distributore video sta lavorando all'edizione di una collezione di film presentati a Osaka e il più grande circuito di videonoleggio in Giappone ha aperto da un mese una sezione dedicata ai film selezionati da noi nel corso delle precedenti edizioni. Inoltre, quest'anno tre sale cinematografiche (due a Osaka, una a Tokyo) si sono associate a noi nella realizzazione del festival, cinque distributori (per sei film sugli undici presentati nella sezione delle anteprime) hanno chiesto che il loro film facesse parte della selezione ufficiale, e alcuni sono diventati fedeli collaboratori. Credo che tutto questo costituisca un segno tangibile della fiducia che molti professionisti hanno in noi.

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