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Alexandra Lebret • Club dei Produttori Europei

"Creare una nuova rete di professionisti"

di 

In occasione del lancio del circuito comunitario The European Cinema Network, abbiamo incontrato la direttrice generale del Club dei Produttori Europei.

Cineuropa:Come vanno le coproduzioni europee?
Alexandra Lebret: Sono aumentate nel corso degli anni e si sono ingrandite. C'è inoltre una conoscenza maggiore, in particolare delle difficoltà nel metterle in piedi. I produttori in cerca di partner sono più consapevoli di quello che può portare un coproduttore o un paese, hanno una migliore percezione dei limiti, dei prezzi e dei soldi che possono ricevere.

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Cosa frena una maggiore crescita?
Le coproduzioni entrano in competizione con le prevendite. Quando un paese monta una coproduzione con l'Inghilterra o la Germania, il suo agente di vendite non sempre è contento, perché vengono meno i grandi territori dove potrebbe recuperare il suo minimo garantito. Esistono anche i limiti della localizzazione, le condizioni per l'ottenimento delle sovvenzioni. Un produttore deve sapere come utilizzare tale sistema in tale paese, ma non penso che questo sia un limite perenne e reale. Ad esempio, il Lussemburgo e il Belgio stanno cercando di rendere compatibili i rispettivi sistemi e le diverse regioni si stanno organizzando per evitare che ci sia competizione e incompatibilità di criteri.

Quali sono le tendenze, ora che le leggi sul cinema sono in piena evoluzione?
La fine del "sale and lease back" è stata catastrofica per le coproduzioni con il Regno Unito. Il nuovo credito d'imposta quasi non permette più di fare coproduzioni, tranne quelle legittimate dalla necessità assoluta di girare in Inghilterra. Ma esse non portano vantaggi finanziari come altrove. Intanto, si attende il decreto di applicazione della nuova legge spagnola che favorisce le coproduzioni; la Germania l'ha fatta, l'Italia la sta facendo, la Francia parla di un credito d'imposta internazionale. Si prevede una competizione tra tutti questi sistemi: i produttori dovranno mettere a confronto i vantaggi e avere delle sceneggiature abbastanza aperte per vedere in quali paesi hanno più interesse a fare i loro film.

Qual è stato l'impatto sulle coproduzioni dell'ingresso dei paesi dell'Est nell'Unione europea?
Le relazioni con i paesi dell'Est partono da questioni di convenienza, prima di passare a una cooperazione più equilibrata. C'è stato un certo opportunismo all'inizio, specialmente in ragione della notevole differenza di salari rispetto ai paesi dell'Europa occidentale. Un opportunismo che oggi è rivolto verso la Bulgaria e la Romania. La prima ondata riguardava soprattutto la Repubblica Ceca, meglio equipaggiata quanto a studi e manodopera. L'Ungheria si è ristabilita grazie al credito d'imposta che ha proposto, ma con qualche problema operativo. La Polonia, invece, sta sviluppando una cinematografia nazionale molto forte, il che rende i suoi rapporti con gli altri paesi europei più equilibrati.

In che consiste l'European Cinema Network ?
Consiste nel creare un nuovo circuito di professionisti del cinema, uno spazio d'incontro, e di concretizzare la nostra rete informatica (33 forum da dicembre 2002 e quasi 3000 partecipanti). Il sito Internet lanciato il 21 marzo permette di presentare progetti, servizi (location, tax credit…), d'informarsi, di partecipare ai forum, di dialogare, di mettere on line i video... Tutti i membri del Club sono automaticamente iscritti, ma gli altri produttori interessati devono semplicemente essere presentati da due membri del consiglio d'amministrazione del Club, che è pronto ad accogliere i nuovi arrivati, in particolare i giovani produttori.

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