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Pieter Verhoeff • Regista

The Letter for the King: "Un film per grandi e piccini"

di 

- The Letter for the King Nei Paesi Bassi dal 16 luglio

"The Letter for the King", scritto da Tonke Dragt, è stato proclamato di recente il miglior romanzo olandese per ragazzi degli ultimi cinquant'anni. Il regista Pieter Verhoeff (Nynke) ne ha tratto un film. L'azione di The Letter for the King si svolge in un'Europa medievale e mitica: Tiuri (Yannick van de Velde), paggio di sedici anni, riceve l'ordine di portare un'importante lettera al monarca di un regno vicino. Accompagnato da Piak (Quinten Schram), di un anno più piccolo di lui, egli attraversa le montagne cercando di evitare i cavalieri rossi.

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Cineuropa: The Letter for the King è descritto come un film per famiglie. Qual la sua principale attrattiva? Che cosa piacerà agli adulti e che cosa ai bambini?
Pieter Verhoeff: Il film rispetta piuttosto fedelmente la storia originale, quella del libro. Sapevo che il libro ha avuto un grande successo fin dalla sua prima uscita nel 1958, e ho cercato se non di copiarlo (il racconto è troppo lungo per essere trasformato tutto in immagini), almeno di ricrearne l'atmosfera che lo rende così unico. I bambini rispondono molto bene agli elementi di avventura contenuti nella storia. Quanto agli adulti, non so esattamente perché amino questo film. Forse perché si ricordano di questo romanzo dalla loro infanzia; sembrano apprezzare anche l'equilibrio tra le scene d'azione e i momenti più calmi. E' di fatto un film per ragazzi anche per adulti.

I due giovani protagonisti sono interpretati da attori, Yannick van de Velde e Quinten Schram, entrambi "figli d'arte". E' una coincidenza?
Il padre di Yannick, il regista Jean van de Velde, è un amico e ho visto Yannick in In Orange qualche anno fa. Da allora, è cresciuto molto, sia in altezza che tecnicamente. La sua recitazione non è più istintiva come prima; ora è all'altezza dei migliori attori europei. Quanto a Quinten, non avevo visto i suoi film precedenti (tra cui due adattamenti di "Peter Bell" che hanno avuto molto successo), ma ai provini, quando ho visto questo ragazzino con quella capigliatura buffa e i suoi occhi grandi, mi son detto: "Ecco Piak!". Il fatto che i due ragazzi abbiano già recitato davanti a una cinepresa è stato di grande aiuto, ma li ho scelti perché erano le persone più adatte per quei ruoli.

Il film era pronto soltanto una settimana prima dell'uscita. Questo ha suscitato nervosismo o condizionato in qualche modo la lavorazione del film?
Ci vuole ben altro per rendermi nervoso. Quando lavoro, sono concentrato su quello che faccio e non faccio niente di fretta. La post-produzione è stata complicata, verso la fine abbiamo lavorato senza sosta per ore. Per il coordinamento del suono, delle scene di combattimento e della musica c'è voluto molto tempo.

Il suo film è stato coprodotto in Germania e riunisce attori (Rüdiger Vogler, Uwe Ochsenknecht) e tecnici tedeschi. Come si è svolta questa collaborazione?
Abbiamo due dei migliori attori tedeschi. Hanno recitato in olandese fonetico; non era facile per loro memorizzare un testo scritto in una lingua che non parlano e allo stesso tempo esprimere emozioni. Sono stati poi doppiati da attori olandesi a causa del loro accento. Il film usicrà in Germania il 30 ottobre.

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