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Dennis Gansel • Regista

Sulla cresta dell'onda

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Dennis Gansel è alto: 1.84 m. Qualsiasi cosa abbiano fatto i suoi genitori, non c'è dubbio che l'abbiamo alimentato a dovere. In aggiunta, il sole della California non gli ha fatto che bene (questo prima che la Germania fosse colpita dall'ondata di calore). Reduce da un tour a Los Angeles dove ha incontrato produttori, agenti e responsabili di case di produzione come Warner Bros., Columbia e Universal, Gansel ha beneficiato del successo e dell'interesse suscitato dal suo ultimo film, un esperimento pedagogico che si rivela tragicamente un insuccesso, un dramma sconveniente e un successo di pubblico per The Wave [+leggi anche:
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. "Ho avuto 80 incontri" dice. " Mi sono sentito come in un vortice. Ma vorrei poter lavorare a Los Angeles e questo implica dover ricominciare da zero. E' stato il mio agente a organizzare tutto."

Gansel è consapevole dei rischi che attendono un talento Europeo che viene portato nel cuore di Hollywood e poi soffocato. "E' importante riuscire a realizzare un film negli Stati Uniti quando si è pronti. Dispongono di un sistema di produzione e si tratta di riuscire a realizzare il proprio film all'interno di tale sistema. Non si aspettano semplicemente un buon lavoro, ma pretendono qualcosa di speciale con una propria impronta. Mi ha colpito vedere quanti giovani sono coinvolti," aggiunge Gansel. "Il Vice Presidente di Produzione della Warner Bros., Sarah Schechter, è una donna sui trent'anni. E' una persona molto aperta, estremamente intelligente e aveva già visto The Wave. Non ho notato quel diabolico cliché hollywoodiano! Al contrario ho riscontrato grande curiosità e preparazione."

Non sorprende che Gansel sia ancora molto impegnato con The Wave. "Attualmente sto lavorando alla produzione di un diario per il DVD", racconta. Ma come tutti i cineasti spera di iniziare al più presto un nuovo progetto. "Un regista riparte sempre dall' inizio. Non voglio lavorare a progetti come Napola 2 o The Wave 2. Spero di riuscire a riunire alcuni partner e creare una base di partenza."

Per arrivare dove esattamente?

"Voglio realizzare e concentrarmi sui miei progetti. Ho due sceneggiature, una è sui vampiri, l'altra è un thriller politico sui legami tra stato e terrorismo. Adoro i vampiri", dice entusiasta. "E' una storia d'amore contemporanea, con vampiri. Sogno questo progetto da quando avevo vent'anni. I tempi potrebbero essere maturi. Mi appassionano i generi tedeschi come gli horror, i thriller, le storie d'amore. Purtroppo non sono generi ampiamente trattati, ma spero che vada meglio in futuro".

A soli 34 anni, Gansel può vantare una carriera impressionante, soprattutto per la sua abilità nel realizzare film di spessore e di qualità, senza però pregiudicarne la popolarità presso il grande pubblico. "Ritengo che sia molto importante saper divertire," dice. "Non vorresti mai vedere il pubblico addormentarsi". A questo punto, premuto il tasto, inizia a elencare film, libri, scrittori, registi e attori che lo hanno ispirato.

"Sono moltissimi i film che apprezzo e che mi hanno influenzato. I tre giorni del Condor, Fight Club, Le Grand Bleu". Dice Gansel dando un'occhiata alla sua ampia collezione di DVD. "Seven, Boogie Nights, un ottimo studio sul personaggio. Incredibilmente riuscito e diretto. City of God, Trainspotting, Brazil, Rosemary's Baby."

Riesco finalmente a intervenire e fare una domanda. Da dove nasce questa passione?

"E' nata con mio padre", risponde Gansel. "Insieme guardavamo i film trasmessi in televisione a tarda notte. Guardavamo i classici francesi. Jean-Pierre Melville, Godard. Sono cresciuto con loro e da qui è nata anche la mia passione per il cinema".

Tornando alla sua precedente affermazione, che è anche il filo rosso che percorre tutta la sua carriera cinematografica fino ad oggi, Gansel sottolinea nuovamente "l'importanza di intrattenere. Sono molto influenzato dalla Nuova Hollywood degli Anni '70. Il Padrino, Apocalypse Now, Tutti gli Uomini del Presidente: hanno tutti trattato temi molto forti senza rinunciare però all'intrattenimento.

I biscotti sono finiti, è ora di andare. Gansel indossa blue jeans e t-shirt bianca. "James Dean?" domando. "No," risponde, "Shia LaBeouf nell'ultimo Indiana Jones!"

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