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Ruben Östlund • Regista

"Stanco delle storie hollywoodiane"

di 

- Ruben Östlund è stato eretto a baluardo del nuovo cinema svedese d'avanguardia. La sua base si trova a Goteborg, lontano da Stoccolma e dall'"establishment"

All'inizio, Ruben Östlund sperimenta il suo approccio innovativo nei suoi film amatoriali sullo sci. Nel 2002, un anno dopo la fine degli studi alla scuola di regia dell'Università di Goteborg, fonda la sua società di produzione, Plattform Production, con il compagno di studi Erik Hemmendorff. Il suo primo lungometraggio, The Guitar Mongoloid, ha vinto il Premio FIPRESCI a Mosca nel 2005, e il suo cortometraggio Autobiographical Scene Number: 6882 il Premio UIP a Edimburgo. Cineuropa ha incontrato Östlund all'ultimo Festival di Cannes, dove il suo secondo lungometraggio, Involuntary [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Erik Hemmendorff
intervista: Ruben Östlund
scheda film
]
, è stato proiettato nella sezione Un Certain Regard.

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Cineuropa: Da cosa ha tratto ispirazione per le cinque storie di Involuntary?
Ruben Östlund: Volevo fin dall'inizio che il tema principale fosse il gruppo e le sue dinamiche, così ho cercato di annotare le situazioni che i miei amici e io stesso avevamo vissuto nella nostra vita di tutti i giorni. Il weekend tra trentenni s'ispira a una storia vissuta da un mio amico. Il caso dell'insegnante è capitato a mia madre. I riferimenti cinematografici non mi interessano perché non voglio fare film sulla base di altri film.

Quanto tempo ci ha messo a scrivere la sceneggiatura, se ne esiste una?
Certo che esiste una sceneggiatura. Scrivo in continuazione. Erik Hemmendorff (mio socio in Plattform Produktion) ed io abbiamo cominciato a scrivere le scene nell'autunno 2004 e le riprese sono cominciate nell'estate 2006.

Quali difficoltà presenta la costruzione di un film a episodi?
Ci è servito del tempo per scegliere le storie che volevamo utilizzare. Volevo illustrare il tema dei comportamenti di gruppo da diversi punti di vista. Una delle storie parla di un uomo di sessant'anni, un'altra di una ragazzina di tredici anni, un'altra di un trentenne, ecc. Volevo anche che si sviluppassero idee durante le riprese stesse. Avevamo inoltre fatto un cortometraggio sullo stesso tema, quindi ci sono voluti ben più dei due anni di scrittura.

Pensa che questa struttura le abbia dato maggiore libertà per esplorare il tema principale rispetto a un racconto lineare?
I racconti di tipo hollywoodiano, nei quali si montano tante scene per ottenere un film abbastanza lungo, mi hanno sempre annoiato. Si fanno molte scene attorno a un'idea che potrebbe essere espressa in modo più conciso. Oggi, i film di questo genere, che fanno riferimento ad altri film, non dicono molto della vita della gente. Il cinema ha creato un universo artificiale popolato da nomi come Brad Pitt e simili, ma le cose stanno cambiando. Ora si fa un utilizzo inedito delle immagini in movimento. Oggi, chiunque può girare un film con il telefonino e lo può mostrare al cinema o su YouTube. C'è su questo sito un video fantastico intitolato Battle at Kruger: una lotta drammatica e affascinante tra bufali e leoni. Ebbene, questo video è stato visto da 28 milioni di navigatori.In un film mi colpiscono certe scene; raramente mi piace un film per intero o tutta la sua struttura drammatica.

Nel suo film, sembra che lasci gli spettatori in uno stato d'attesa, filmando gli attori a distanza, mostrando i loro volti soltanto a metà e riprendendo le loro scarpe...
Voglio che lo spettatore sia attivo e che rifletta. Lo ripeto, con i film hollywoodiani il pubblico si sente al sicuro: sa a quale personaggio affezionarsi, sa chi si innamora di chi, ecc. E' tutto formattato. Volevo evitare questo e portare gli spettatori a prendere posizione da soli.

Come lavora con gli attori? Gli attori non professionisti sono in maggioranza nel cast di Involuntary?
Maria Lundqvist è un'attrice consolidata. Gli altri interpreti li abbiamo trovati col sistema tradizionale dei provini. Il mio metodo di lavoro consiste nell'avere un'idea per una scena, fare lunghe improvvisazioni con gli attori, riscrivere la scena e poi girarla. Può capitare che un attore inventi un'ottima battuta e allora riscrivo la scena sulla base di questo. E' così che si lavora in teatro. Idee nuove possono nascere durante le riprese o persino in fase di montaggio, resto quindi aperto a tutto.

Qual è la filosofia della vostra Plattform ?
Erik ed io abbiamo creato Platform perché avevamo l'impressione che nessuno volesse produrre il genere di film che volevamo fare noi. Ci siamo posti fin dall'inizio degli obiettivi ambiziosi. I nostri film sono un po' all'avanguardia, ma vogliamo mostrarli nei grandi festival e venderli in tutto il mondo. Facciamo lungometraggi di finzione e documentari restando aperti a tutte le tecniche di ripresa. Abbiamo ad esempio prodotto il primo lungometraggio di Patrik Eriksson, An Extraordinary Study in Human Degradation, filmato interamente sul cellulare. Produciamo anche un documentario di Axel Danielsson, intitolato Twin Brothers, sui suoi nipoti gemelli. Li ha filmati da quando avevano tre anni e continuerà fino ai loro 18 anni (l'anno prossimo): sarà un film formidabile.

Qual è il suo prossimo progetto?
Ho un progetto le cui riprese cominceranno, se tutto va bene, l'estate prossima. Voglio adattare ogni film a un tema nuovo, a un'idea nuova.

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