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Ana Catalina and Jorge Mario Durán • Distributori

La Colombia apre le porte a nuovi distributori per un cinema alternativo

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Ci sono pochi distributori indipendenti in Colombia e devono lavorare duramente per assicurare l'uscita di film che arrivino sino a ottenere un riconoscimento a festival importanti. Come dappertutto, il mercato è dominato dalle grosse produzioni hollywoodiane. Ne risulta una scena che non riflette la diversità artistica ambita dal pubblico colombiano.

La pensa cosi anche Ana Catalina Uribe, uno dei partecipanti a Cine Sin Fronteras e direttrice del Centro Colombo-Americano de Medellín, che gestisce anche l'unica rivista stampata di cinema del paese, Kinetoscopio. « Non riusciamo a importare molti film alternativi in Colombia. Per cambiare questa situazione sono necessarie collaborazioni con altre case di distribuzione dell’America Latina », dice la Uribe.

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La Uribe spiega che non esistono accordi validi tra la Colombia e altri paesi che abbiano lo scopo di sostenere la distribuzione del cinema indipendente. « Se ci fossero potremmo agire come un unico blocco, ottenere contratti più interessanti e dividere i costi ». La direttrice si dice contenta che le cose si stiano evolvendo in seguito al primo incontro di Cine Sin Fronteras tenutosi a Mexico City. « All'inizio per noi questo meeting significava più che altro una diagnosi della situazione, ma si é rivelato molto più produttivo. Abbiamo potuto incontrare altri distributori europei e latino-americani, scoprire necessità comuni e abbiamo infine sottoscritto questo importante accordo.

Secondo la Uribe un accordo reciproco tra America Latina ed Europa rappresenta anche una migliore possibilità per le industrie cinematografiche come quella colombiana per farsi conoscere di più in altri paesi: « Il cinema colombiano non é conosciuto all'estero quanto quello argentino o brasiliano” spiega la Uribe, “è solo da poco che fa capolino nei festival internazionali”.

Jorge Mario Durán é un altro membro di Cine Sin fronteras ma é anche a capo di Red Kayman, un circuito di sale cinematografiche alternative che ha creato due anni fa nel paese. Secondo Durán l'America Latina e l'Europa hanno gli stessi problemi: « Il cinema europeo non circola in Europa, proprio come il cinema latino-americano non circola in America Latina. »

Secondo lui la cosa più importante é creare opportunità per offrire al pubblico dei due continenti une diversa visione del mondo, molto più diversificata di quella proposta dalle major. Per fare questo, però, bisogna formare un nuovo tipo di pubblico. « In questo paese il pubblico é cresciuto con i film d'intrattenimento hollywoodiani. È essenziale incuriosire il pubblico verso un cinema diverso”

Per Durán, che ha lavorato per anni nel settore culturale, incontrare colleghi europei e latino-americani rappresenta un’occasione attesa da tempo e un mezzo per ottenere “modesti progetti di distribuzione che daranno vita a un reale progetto alternativo di distribuzione in grado di competere in un possibile mercato. Cercheremo di “contaminare” la scena cinematografica. Smetteremo di comprare vincitori di Palme d’oro e Orsi d’argento alle grandi città. Vogliamo correre più rischi e andare più lontano.

I fatti in cifre
Sui 200 film distribuiti all’anno in Colombia, il 6% sono produzioni colombiane, l’80% viene dagli Stati Uniti, il 7% dall’Europa e l’1% dall’America Latina. I film hollywoodiani rappresentano circa il 95% delle entrate al botteghino.

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