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Stefano Cassetti • Attore

Un anti-eroe italiano

di 

- Attore per caso, il giovane veneto è protagonista di Roberto Succo di Cedric Kahn, storia vera di un killer psicotico che terrorizzò la Francia negli '80

Parigi val bene... un film. Nel caso di Stefano Cassetti la famosa frase pronunciata da Enrico IV di Navarra potrebbe essere trasformata così. E’stato un breve viaggio a Parigi infatti, e una cena ad un ristorante a dare l’occasione al giovane veneto fresco di laurea in design, di diventare attore.
Un personaggio complesso da interpretare, quello di Roberto Succo, psicopatico assassino, anti-eroe per eccellenza. “Ho riflettuto molto prima di accettare - ha detto l’attore, che abbiamo incontrato a Roma– si trattava di interpretare uno spietato assassino e non volevo che diventasse una mitizzazione di Succo. Ma il regista, Cédric Kahn, mi ha tranquillizzato subito”.
Dell’italiano Roberto Succo, infatti non si può certo andar fieri: nel 1981 appena diciannovenne massacrò a Mestre la madre e il padre. Incarcerato a Reggio Emilia, venne sottoposto a varie perizie psichiatriche che non rivelarono alcuna patologia. Dopo essere riuscito ad evadere nel 1986, Succo si rifugiò in Francia dove commise una serie di delitti efferati. "Ne avevo sentito parlare, certo, del resto è delle mie parti, c’è persino una curva dello stadio di Mestre intitolata a lui, ‘Brigata Succo’ ma Cédric mi ha impedito di leggere sia il libro di Pascal Froment al quale lui stesso si era ispirato, 'Io ti ammazzo', sia il testo teatrale di Bernard Maria Koltès 'Roberto Zucco'. Secondo lui dovevo restare il più spontaneo possibile. Ed è stata una delle cose più faticose che abbia mai fatto".
Contrariamente alla ‘eroizzazione’ che ne fa Koltès, il regista de La noia (L’ennui) preferisce indagare nella storia intima e pubblica di questo killer psicotico con sguardo libero da qualsiasi tentativo d’analisi o giudizio. “Paradossalmente a rendermi più facile il compito è stato il fatto di non conoscere bene il francese, la lingua in cui dovevo recitare. Dicevo cose orribili senza poi capirle fino in fondo, e questo ha assicurato al personaggio la sua crudele naturalezza”.
Catturato di nuovo nel 1988, Succo venne rinchiuso nel carcere di Treviso, dove si suicidò pochi mesi dopo. Presentato a Cannes lo scorso anno, Roberto Succo, esce in sala anche in Italia.
Nel frattempo il suo interprete prosegue con paziente tranquillità la sua ben avviata carriera di designer senza per questo abbandonare "l'ars recitandi". Dopo una partecipazione all’ultimo film prodotto da Luc Besson, Michel Vaillant, diretto da Louis-Pascal Couvelaire, si concretizza il progetto di Bras d’honneur, noir diretto da Mario Luraschi. “Recitare per me è stata un’esperienza fantastica che vorrei ripetere- ha concluso Cassetti -, ma non me la sento di vivere lo stress di molti attori che spesso devono aspettare 8 mesi prima di poter lavorare di nuovo”.

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