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CANNES 2009 Giuria

Isabelle Huppert: "Tra emozione e riflessione"

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Media in fibrillazione questo pomeriggio sulla Croisette per la conferenza stampa della giuria della competizione del 62mo festival di Cannes. La presidente Isabelle Huppert si è concessa alle domande dei giornalisti accompagnata dagli altri otto membri della giuria: Asia Argento, Robin Wright Penn, Sharmilla Tagore, Shu Qi, Nuri Bilge Ceylan, James Gray, Lee Chang-dong e Hanif Kureishi. Alcuni brani scelti.

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La responsabilità di giudicare.
Isabelle Huppert: Non siamo qui per giudicare, ma per apprezzare dei film e vedere quale ci piace di più. E' molto difficile spiegare perché un'opera d'arte ci tocchi. E' una domanda profonda. Cercheremo di mettere un po' della nostra anima in ciò che vedremo.

Una linea direttrice per la giuria?
I.H.: Non è mia intenzione darne una. E' sufficiente questa definizione del cinema: un'ambizione umanista, uno sguardo sul mondo e, nello stesso tempo, un progetto estetico.

Una presidente che non fa concessioni o diplomatica?
I. H.: Diplomazia è un termine che non mi ispira, a priori. Ci potranno essere dei conflitti, dei dissensi. E' un po' come un esperimento chimico: si vedrà sul momento, ci saranno reazioni che è impossibile prevedere. Un film non è soltanto emozione, ma anche riflessione, non è qualcosa che assopisce, ma che deve risvegliare. Cercherò di collocarmi tra emozione e riflessione. Ma bisogna restare umili perché la storia dei festival mostra che non sempre si è saputo accettare le opere quando sono state presentate. Siamo chi siamo e faremo quello che potremo.

Nuri Bilge Ceylan: Cercherò di essere molto prudente. A Cannes è probabile vedere film molto originali che talvolta possono sembrare noiosi. Ma alcuni film che ho detestato alla prima visione sono diventati poi dei riferimenti per me. Quindi non ascolterò solo il mio cuore, ma anche la mia ragione.

Asia Argento: Sono molto intrigata. Mi chiedo come si svolgeranno le discussioni. Condivideremo le nostre opinioni, ma presenterò il mio punto di vista personale.

James Gray: Non amo giudicare il lavoro degli altri. E' un compito arduo. L'importante per me è vedere venti film in dieci giorni come quando avevo 19 anni. Il giudizio passa in secondo piano.

Hanif Kureishi: Un artista non ama molto i premi, tranne quando ne vince uno. Quest'anno, ci sono grandi registi in competizione e sono curioso di vedere che cosa dicono del mondo in cui viviamo.

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(Tradotto dal francese)

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