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CANNES 2009 SIC / Francia

Rien de personnel: crudele gioco di ruolo per il potere

di 

"C’est mal, ô trahison, d’inspirer la folie en gardant la raison": quando il dirigente di un'impresa declama questi versi del XIX secolo ai suoi quadri riuniti per una serata di formazione organizzata sotto forma di gioco di ruolo, la stranezza è di casa. E' su questa tonalità intrigante, sottile e acida che Rien de personnel [+leggi anche:
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di Mathias Gokalp ha aperto fuori concorso giovedì sera la 48ma Settimana Internazionale della Critica, che si svolge nell'ambito del festival di Cannes.

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Interpretato da attori impeccabili tra cui Jean-Pierre Darroussin, Denis Podalydès, Mélanie Doutey, Pascal Greggory, Zabou Breitman e il belga Bouli Lanners, questa opera prima rivela una sceneggiatura dalla temibile precisione meccanica (script co-firmato dalla regista e da Nadine Lamari). Costruito in tre parti ("Il nuovo", "La vita coniugale" e "Tutti insieme"), il film incrocia otto personaggi: un attore che in incognito dà la battuta ai funzionari valutati sulla base della loro capacità di "diventare capi più performanti", un padrone che deve vendere la società e prepara in segreto un piano di licenziamento, un volenteroso sindacalista travolto dagli eventi, una manager che teme di non passare i test affiancata dal marito giurista, un'organizzatrice messa in imbarazzo dal marito meccanico ubriaco e un addetto alle pulizie che approfitta della confusione per indossare l'abito da dirigente.

Attraverso le segrete conversazioni a due che svelano l'avvenire dell'impresa e la fragilità degli individui, Rien de personnel tesse una tela che mischia commedia e critica sociologica dell'impresa moderna. Dal vocabolario caricaturale dei manager alla precarietà delle carriere, passando per il cinismo ambientale ("So difendere il mio territorio" – "E in caso di crisi? " – "Mordo!" – "E gli altri? " – "Gli altri chi?"), il film trasforma i suoi protagonisti in pedine su una scacchiera. Ma distilla anche una buona dose di allegro humour fondato sui qui pro quo che nascono dal gioco di ruolo, e riesce a trasmettere una certa tenerezza attraverso i suoi personaggi (goffaggine, dubbio, infedeltà, menzogna…).

Girato al Museo delle Belle Arti di Chartres, non mancano in questo piccolo teatro interiore pezzi di scene già viste ma ogni volta leggermente differenti o recepite dallo spettatore con una comprensione più vasta dell'insieme. Un incastro piuttosto virtuoso che tratta con leggerezza diverse tematiche e che mostra la capacità di questo regista trentacinquenne, che concorre a Cannes per la Caméra d’Or, di tessere intrecci.

Prodotto da Karé Productions, Rien de personnel sarà distribuito nelle sale francesi da Rezo, mentre le vendite internazionali sono affidate a MK2.

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(Tradotto dal francese)

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