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CANNES 2009 SIC / Serbia

Ordinary People: una giornata nel cuore delle tenebre

di 

"Ora ci occuperemo del nemico": con queste parole, il capo di una piccola divisione militare dei Balcani (ma potrebbe essere un esercito di un qualsiasi altro paese in guerra) porta i suoi dieci soldati a vivere una giornata terribile, descritta magistralmente e senza pietà dal primo lungometraggio del serbo Vladimir Perisic, Ordinary People [+leggi anche:
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. Prodotto da Francia, Serbia e Svizzera, questa opera lapidaria dai dialoghi minimalisti e dall'ambientazione bucolica ha proiettato ieri gli spettatori della Settimana Internazionale della Critica nel cuore di un lacerante processo di banalizzazione dell'omicidio ingiustificato.

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Il sole sorge, i soldati si svegliano nel baraccamento e partono in autobus verso una destinazione sconosciuta. La radio sciorina una propaganda anti-terrorista insistente (senza omettere di precisare che "gli autori dei crimini di guerra saranno severamente puniti"), mentre sullo sfondo sfila un verdeggiante paesaggio campestre. E' estate e gli uomini arrivano in una fattoria deserta disseminata di piccoli edifici. Dzoni (Relja Popovic), giovane uomo di una ventina d'anni arruolatosi da poco nell'esercito più per noia che per vocazione, aspetta. Un camion porta dei prigionieri e viene dato ordine ai soldati di giustiziarli. Una situazione che si ripeterà più volte nel corso della giornata. Dzoni, la cui coscienza inizialmente si ribella ("Non porre troppe domande! Rilassati, andrà tutto bene") diventerà poco a poco un assassino come gli altri, un uomo ordinario in queste tenebre pervase dal sole.

Filmando quasi esclusivamente per lunghi piani fissi che scrutano i volti silenziosi, con alcuni e bellissimi travelling, Vladimir Perisic (anche autore della sceneggiatura) mette il tempo che scorre lentamente al centro della sua messa in scena. Ne scaturisce un'atmosfera sorprendente dove la bellezza della natura è corrotta dalla crudezza delle esecuzioni e dal suono delle detonazioni. Il peso morale che grava sui soldati è anestetizzato dall'alcol e da qualche improbabile tentativo di ritorno alla normalità ("è tempo di andare a pesca") o all'umanità (la condivisione di una sigaretta). Ma dalla missione di dispensare morte non si scappa e ciascuno dovrà convivere con questo segreto ("Neanche una parola su oggi!"). Una descrizione clinica di una realtà terrificante diretta con realismo, con un'estetica dell'iniziazione al male che conferisce a Ordinary People una portata universale e filosofica.

Prodotto dalla società franceseTS Productions in coproduzione con Arte France Cinéma, con i serbi di Trilema e gli svizzeri di Prince Film e della TSE, Ordinary People è sostenuto da Eurimages, Centre Images, il Fondo Hubert Bals e l'Ufficio federale della cultura (OFC). Pyramide distribuirà il film in Francia e Wild Bunch gestisce le vendite internazionali.

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(Tradotto dal francese)

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