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CANNES 2009 Un Certain Regard / Paesi Bassi

Silent Army: il massacro dell'innocenza

di 

Silent Army, produzione olandese di The Entertainment Group patrocinata dall'UNESCO, si differenzia dal film sullo stesso tema dei bambini-soldato Johnny Mad Dog del francese Jean-Stéphane Sauvaire, proiettato l'anno scorso nella stessa sezione del Festival di Cannes, per il fatto che si basa sull'esperienza personale del regista olandese Jean van de Velde, presentato al pubblico di Un Certain Regard come un "negro bianco", poiché è cresciuto tra il vecchio Congo belga e il Burundi.

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Il film si articola intorno all'amicizia tra un piccolo olandese, Thomas, allevato dal padre Eduard (interpretato dal cantante Marco Borsato), restauratore in Uganda, e il gentile Abu, il quale si ritrova ad arruolarsi, dopo l'attacco al suo villaggio e l'orribile gesto iniziatico che gli è stato imposto (quello di uccidere il proprio padre), nell'esercito ribelle dell'ignobile Obeke (magistralmente interpretato da Abby Mukiibi Nkaaga). Mentre Thomas e suo padre sono alla ricerca di Abu, si assiste con sgomento al massacro dell'innocenza dei bambini-soldato.

A differenza del titolo presentato da Luigi Falorni al Festival di Berlino nel 2008, Feuerherz [+leggi anche:
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(la cui piccola protagonista eritrea arrivava a sviluppare, crescendo, una propria moralità), in Silent Army, il candore delle giovani reclute e la loro resistenza sono completamente occultati, al punto che Abu rifiuterà di essere salvato, fino all'apocalittica scena finale, quella del sublime sacrificio della giovane Ama.

Al di là dell'importanza del messaggio e della durezza delle immagini, una delle grandi forze del film è la maniera in cui il regista, conoscendo bene il soggetto, dipinge senza manicheismo la varietà degli atteggiamenti dei bianchi che vivono in questa regione, tra quelli che evitano di impicciarsi degli affari locali e quelli che vorrebbero invece fare qualcosa: niente è tutto bianco o tutto nero.

Ma la cosa più toccante (prima che la violenza prenda il sopravvento) è la bella descrizione che ci offre l'autore dell'amicizia tra i due bambini, una sorta di ponte tra due culture radicalmente differenti, dove pertanto l'amore familiare è ugualmente tenero. Esemplare la scena in cui Thomas e Abu giocano ai videogiochi scambiandosi a intervalli regolari il joystick vero e quello finto (ma altrettanto efficace grazie alla forza della loro immaginazione) che il papà di Abu ha scolpito nel mogano per suo figlio.

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(Tradotto dal francese)

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