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VENEZIA 2009 Venice Days / Francia

Il tandem Miller padre e Miller figlio realizza un avvincente dramma familiare

di 

Il famoso regista Claude Miller è presente al Lido con un’“opera prima”: quella di suo figlio Nathan, con il quale ha co-diretto Je suis heureux que ma mère soit vivante [+leggi anche:
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. Il film ha aperto le Giornate degli Autori, accolto da applausi calorosi.

Al centro della storia, tratta da una vicenda di cronaca, c’è Thomas, un giovane problematico e turbolento. Abbandonato dalla madre all’età di quattro anni, assieme a suo fratello di appena due anni, Thomas viene cresciuto da genitori adottivi. Sebbene questi gli offrano stabilità, Thomas diventa sempre più violento a scuola e, alla fine, anche a casa, fino ad essere spedito in collegio. Ventenne, è ormai completamente staccato dalla famiglia adottiva, dove è tornato a vivere.

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Dopo aver ritrovato la madre naturale, comincia a trascorrere sempre più tempo con lei e con il figlio Frédéric, avuto da un altro uomo e che ha appena sette anni. Finisce col provare sempre più rabbia nei confronti di lei, mentre diventa sempre più protettivo nei confronti di Frédéric, fino al tragico epilogo.

Nathan ha lavorato con suo padre per oltre 10 anni, soprattutto come operatore di ripresa, ed entrambi affermano che la transizione verso una regia a quattro mani è stata un’esperienza naturale e stimolante. “Sono cresciuto sui set, perciò so che il cinema non è la vita, è lavoro. E’ stato facile separare Claude Miller padre dal Claude Miller regista” ha detto Nathan durante l’incontro con il pubblico dopo la proiezione.

Claude ha aggiunto che hanno cominciato con lo scrivere insieme la sceneggiatura, “ma già sentivo che stavo lavorando con un regista, non con uno sceneggiatore, e ho subito pensato ‘Perché non girarlo insieme?’ Comunque, prima di iniziare le riprese, abbiamo fatto una scelta: Nathan avrebbe lavorato da solo con il cast e la troupe. Io avrei osservato ‘dall’alto’, senza perdere nemmeno un attimo di ciò che accadeva, e avrei dato i miei input solo a Nathan.”

Tre diversi attori pieni di talento interpretano Thomas nel corso degli anni, somigliandosi fisicamente molto, cosa che rende il lungo flashback molto credibile. Il Thomas più adulto è interpretato da Vincent Rottiers, che ha meritato le lodi e l’apprezzamento di entrambi i registi e del pubblico. Sul suo volto di ragazzo si legge lo sguardo di un bambino smarrito, sempre sul punto di esplodere, ma estremamente bisognoso di affetto.

Rottiers è stato scelto tra quattro possibili candidati. Racconta Nathan: “Non abbiamo avuto bisogno di spiegargli niente per ottenere quello sguardo. Dalla prima ripresa, era già perfetto. Credo sia un genio che non si rende conto di esserlo”.

Eppure, forse ancor più commovente è l’interpretazione di Gabin Leferbvre, che interpreta Thomas all’età di quattro anni. La sua impossibilità a capire cosa succede e l’amore profondo per sua madre (Sophie Cattani), a malapena ventenne e incapace di prendersi cura di se stessa, e a maggior ragione dei suoi figli, fa nascere un sentimento di simpatia per Thomas fin dall’inizio. E per questo non lo vediamo mai come un personaggio patologico, ma come una vittima di tragiche circostanze della vita.

Je suis heureux que ma mère soit vivante è stato realizzato con un budget che non raggiunge i 4 milioni di euro. È stato venduto dalla società Orly Films in Quebec, Belgio e Svizzera, ed è stato selezionato al prossimo Festival di Montreal.

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(Tradotto dall'inglese)

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