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VENEZIA 2009 Orizzonti / Romania

Francesca, l'Italia razzista vista dai rumeni

di 

Con i suoi dialoghi “aggressivi” che fanno nomi e cognomi di politici italiani – nello specifico Alessandra Mussolini e il sindaco di Verona Flavio Tosi, accusati di intolleranza verso i rumeni – Francesca [+leggi anche:
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scheda film
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, dell'esordiente Bobby Paunescu è già diventato un caso a Venezia, dove è stato presentato nella sezione Orizzonti.

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La storia è quella di Francesca (Monica Birladeanu), giovane e idealista maestra d'asilo rumena in procinto di partire per l'Italia dove sogna di aprire un asilo per i figli degli immigrati del suo paese. Subito la sua decisione scatena le reazioni della sua famiglia, del suo compagno e dei suoi amici: c'è chi, come il padre, la scoraggia evocando il razzismo degli italiani - “ci hanno fatto entrare in Europa per trattarci da schiavi e scopare le nostre donne” - chi la incoraggia, come la madre, e chi è incerto perché troppo preso dai suoi problemi, come il fidanzato Mita.

L'autore di Francesca, che uscirà in Italia con Fandango, ha voluto mettere a confronto i pregiudizi e i punti di vista di chi parte in cerca di fortuna e di chi dovrebbe accogliere perché lui stesso è “metà italiano e metà rumeno”. “Sono cresciuto a Milano e ho anche dei progetti futuri nel vostro paese – ha spiegato, in italiano, in conferenza stampa – e quando nel 2007 a Roma c'è stato quel crimine orrendo nei confronti di Giovanna Reggiani ho pensato che ci fossero reazioni sbagliate da tutte le parti. Il primo impulso degli italiani è stato quello di dire 'sbattiamo fuori tutti i rumeni', mentre i rumeni hanno tenuto a specificare che i colpevoli erano degli zingari. Sentivo tutto ciò che accadeva a livello personale, mi sono sentito tradito da certe dichiarazioni, come quella della Mussolini che ha detto che i rumeni hanno lo stupro nel Dna, e ho avuto l'urgenza di raccontare a modo mio i rapporti tra i due paesi”.

Nel film, in effetti, non c'è uno schieramento in favore o contro nessuno: i rumeni sono cattivi nelle azioni quanto gli italiani nelle dichiarazioni e nell'atteggiamento. “Volevo esprimere soprattutto la crisi di identità che stanno affrontando i miei connazionali. I miei protagonisti non hanno trovato la loro strada ma sono pieni di energia e voglia di fare; allo stesso modo la società rumena non ha ancora trovato la sua strada, ma spero che arriverà il momento in cui gli italiani saranno fieri di aver ospitato i rumeni”. Esortato a occuparsi dell'argomento dal suo amico e collega Cristi Puiu, altro esponente di punta della “new wave" del cinema rumeno che ha co-prodotto Francesca con lui, Paunescu ha preparato il film con una serie di ricerche che gli hanno fatto scoprire che a Verona ci sono 1.700 imprese rumene e che in Italia vivono un milione e 400mila suoi connazionali: “Solo i casi gravi fanno notizia, ma non si possono far soffrire un milione e 400mila rumeni per colpa di quei 900 che sono stati condannati per crimini diversi”.

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(Tradotto dall'inglese)

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