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VENEZIA 2009 Orizzonti / Germania

Zarte Parasiten, sopravvivere aiutando gli altri

di 

Jakob (Robert Stadlober) e Manu (Maja Schöne) sono veramente dei “teneri parassiti” come recita il bel titolo del tedesco Zarte Parasiten [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
diretto da Christian Becker e Oliver Schwabe (autori, sempre in tandem, di Egoshooter visto a Locarno 2004) e presentato nella sezione Orizzonti di Venezia 2009. Due giovani venticinquenni che hanno messo da parte qualsiasi dimensione politica – almeno come siamo abituati a vederla declinata nei centri sociali, nelle case occupate, ecc. – nella loro piccola, grande lotta di sopravvivenza da disoccupati nella società odierna.

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Spinti e sostenuti dalla forza del loro nucleo di coppia vivono accampati con grande dignità in una foresta ai limiti di una città tedesca e càmpano, sostanzialmente, aiutando gli anziani in casa o nel fare la spesa. Non è volontariato perché ricevono un compenso ma è sicuramente un lavoro socialmente utile quando, per esempio, vanno al di là dei loro compiti e arrivano ad avere, in una sequenza di rara delicatezza e naturalezza, un rapporto sessuale davanti a un’anziana e nostalgica signora che dentro dice di sentirsi una 40enne “anche se il corpo non lo sa”.

Quando però Jakob conoscerà una famiglia a cui è morto un figlio della sua stessa età, quella che sembrava una solidissima storia d’amore inizia a vacillare. Manu non capisce perché il suo ragazzo voglia stare più con loro che con lei. Ma il richiamo, appunto, familiare sembra essere per Jakob qualcosa d’inedito, di cercato e di molto atteso, soprattutto con Martin (Sylvester Groth), il nuovo e temporaneo padre che, specularmente, in lui ha visto subito un novello figlio.

Ed è proprio in questa chimera di ricostituzione familiare che il film trova il suo centro e il suo punto di maggior interesse. Grazie anche a un impianto narrativo molto forte e originale e a una messa in scena che, in più d’una occasione, ci regala delle inaspettate sorprese formali.

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