Duecento film per DocLisboa
di Vitor Pinto
Il 7° DocLisboa, che si apre domani, propone oltre 200 film, dieci dei quali documentari locali in concorso. Il direttore dell’evento, Sergio Tréfaud, descrive questa edizione come quella "della maturità per il documentario in Portogallo ".
Eclittici nei loro temi, i titoli portoghesi in concorso includono Bobby Cassidy: Counterpuncher di Bruno de Almeida, sul campionato americano di boxe, Dundo, Memória Colonial di Diana Andringa, sulla regione dell’Angola dove il regista è nato, Com Que Voz di Nicholas Oulman, sul noto compositore di fado Alan Oulman, e 48 di Susana de Sousa Dias, inchiesta sui prigionieri politici nell’epoca del regime di Salazar.
Il festival darà spazio anche a film premiati a livelli internazionale, come The Fortress di Fernand Melgar (Locarno 2008), Below Sea Level di Gianfranco Rosi (Premio Orizzonti — Venezia 2008) e Boris Ryzhy di Aliona van der Horst (Premio Silver Wolf — Amsterdam Film Festival 2008).
Il regista lituano Jonas Mekas (87 anni) — negli USA sin dagli anni ’40, dove è divenuto una figura simbolo del movimento del cinema d’avanguardia — presenterà la retrospettiva dedicata alle sue opere, fra le quali il recente Lithuania and the Collapse of the USSR e An American Film Director at Work: Martin Scorsese.
Le altre sezioni collaterali del festival sono Balcani in Focus, Rischi, Love Stories, Ateliers Varan e Heart Beart. Quest’ultimo comprende un tributo alla scomparsa coreografa tedesca Pina Bausch, come Lissabon Wuppertal Lisboa di Fernando Lopes, girato durante le prove di Masurca Fogo nel 1998.
(Tradotto dall'inglese)
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