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FESTIVAL DI ROMA Concorso / Italia

L’uomo che verrà, l’orrore nazista negli occhi di una bambina

di 

Il ventre gonfio e duro di una donna. “Cos’hai in quella pancia?”, “Non aspetterai un bambino?”, ripetono in continuazione, come un’ossessione, i bambini di Monte Sole, le colline a un pugno di chilometri da Bologna. In qualche chiesa ecco un dipinto che raffigura la Madonna col pancione. È in attesa dell’Uomo che verrà [+leggi anche:
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, proprio il titolo del nuovo, impressionante film di Giorgio Diritti, in concorso al Festival di Roma. Tutt’intorno è la montagna emiliana con i suoi ritmi millenari. Ma è anche il freddo dicembre del 1943 della Seconda guerra mondiale. E gli Alleati sono ancora a Sud d’Italia.

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Ma che ne sa di tutto ciò la piccola Martina, 8 anni e un mutismo provocato dalla morte anni prima del fratellino di pochi giorni? Attraverso il suo sguardo però il regista scolpisce, è il caso di usare questo verbo, uno dei più duri, crudi e spesso insostenibili (per gli occhi e il cuore di chi guarda, come solo il grande cinema sa fare) ritratti di guerra vista “dal basso, dalla parte di chi la subisce e si trova a suo malgrado coinvolto nei grandi eventi della storia che sembrano dimenticare le vite degli uomini”. Lo stupore tipico di una bambina si trasforma così in un lucido atto d’accusa dell’insensatezza dei comportamenti degli adulti.

“Il più vile sterminio di popolo”, così il poeta Salvatore Quasimodo ha definitivamente liquidato l’odiosa strage di Marzabotto che ha visto le truppe naziste uccidere oltre 800 civili, per lo più donne, anziani e bambini. Perché gli uomini s’erano nascosti nei boschi o più su, nelle montagne. Al loro ritorno il nulla. E la parola superstite acquista la sua più intima definizione. Meglio morire allora, come capita al protagonista del film Armando (Claudio Casadio).

Con un rigore formale che già avevamo conosciuto nel suo sorprendente esordio Il vento fa il suo giro [+leggi anche:
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), Giorgio Diritti firma un’opera capitale grazie anche al filologico utilizzo del suono, della musica e della lingua del luogo in cui il film è ambientato. Grande la prova delle attrici (in primis la piccola Greta Zuccheri Montanari ma rimangono negli occhi anche Alba Rohrwacher e soprattutto Maya Sansa) e almeno una sequenza da manuale (la carrellata sui bambini con le mani alzate).

L’uomo che verrà è stato prodotto da Arancia Film e Rai Cinema con il supporto di Media e del Ministero per i beni e le attività culturali, la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, il sostegno di Regione Toscana e Toscana Film Commission, della Regione Emilia-Romagna, della Cineteca di Bologna e verrà distribuito in Italia da Mikado all’inizio del 2010.

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