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FILM / RECENSIONI

Dieci inverni

di 

- La storia romantica di una coppia che si conosce, si piace, si perde di vista, si ritrova. Nella commedia sentimentale dell’esordiente Valerio Mieli, applaudita a Venezia

Quanto tempo occorre per capire che uno sconosciuto incontrato per caso è “la persona giusta”, l’amore della nostra vita? A Silvestro e Camilla, probabilmente, basta uno sguardo, l’occhiata che si lanciano sul vaporetto, a Venezia, nell’inverno del 1999. Lei, schiva studentessa di cultura russa (Isabella Ragonese, di nuovo brillante universitaria come in Tutta la vita davanti [+leggi anche:
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) cerca solitudine e concentrazione in un’isola sperduta della Laguna; lui (Michele Riondino) vitale e guascone, fa la prima mossa. Ma, un po’ per paura e un po’ per orgoglio, si perdono di vista.

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Il destino li farà incontrare di nuovo per Dieci inverni, tra slanci improvvisi (lui va a trovarla a Mosca, dove lei ha perso la testa per Checov e per il maturo teatrante Fjodor) e inaspettati dietrofront, entusiasmi e depressioni, appuntamenti fortuiti e incontri mancati. Lo schema non è nuovo nel cinema italiano (Un amore di Tavarelli raccontava in una decina di episodi una storia simile, e forse non è un caso che quel film si chiudesse quando comincia questo, alla fine del ’99), ma offre all’esordiente Valerio Mieli l’occasione per una “commedia drammatica” matura, giovane – anche nel cast tecnico e artistico – ma lontana dai romanticismi fasulli del filone giovanilista.

Nato come idea per un saggio di diploma (il regista viene dal Centro Sperimentale di Cinematografia, che ha prodotto il film insieme a Rai Cinema e ai russi di United Film Company), il film è cresciuto fino a raggiungere una dimensione produttiva piuttosto impegnativa: non solo per le trasferte all’ombra del Cremlino, ma anche per la decisione di girare interni ed esterni in location “problematiche” (e costose) come quelle di Venezia e dintorni. Un paesaggio, quello della Laguna, di cui la bella fotografia di Marco Onorato (Gomorra [+leggi anche:
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) coglie soprattutto gli scorci inaspettati, una quotidianità invernale e quindi poco turistica, fatta di mercati del pesce e isolotti dimenticati.

Alla sensibilità per i luoghi, poi, si accompagna la direzione degli attori, a cominciare dai due protagonisti, che pur nelle righe di una sceneggiatura molto scritta (da Mieli, Isabella Aguilar, Davide Lantieri, con la supervisione di Federica Pontremoli) sanno dare il loro personale contributo alla riuscita di Camilla e Silvestro, personaggi credibili e ricchi di sfumature.

Riconosciuto “di interesse culturale nazionale” dal MiBAC, Dieci inverni [+leggi anche:
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– selezionato come film d’apertura della neonata sezione Controcampo Italiano – sarà distribuito in Italia da Bolero Film. Le vendite internazionali sono affidate a Rai Trade.

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