Proteste per l'attuazione della direttiva Audiovisual Media Services
Il Parlamento italiano sta per esprimere il proprio parere sullo schema del decreto legislativo con il quale nelle prossime settimane il Governo dovrà dare attuazione in Italia alla Direttiva UE 2007/65/CE meglio nota come Audiovisual Media Services (AVMS).
A chiedere modifiche radicali del testo del decreto Romani (dal nome del vice ministro per lo Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni, Paolo Romani, che l'ha ideato) erano stati nei giorni scorsi quasi tutti gli operatori del settore, dal cinema alla fiction, dalle aziende di telecomunicazioni ai provider di Internet, preoccupati per le ripercussioni sia sul Web che sulle quote per la produzione di cinema e fiction. Il decreto impone nuove regole per le produzioni audiovisive in rete, norme più severe per il diritto d’autore, e annullerebbe la cosiddetta legge 122, che prevede l’obbligo di produzione e investimento in cinema e fiction tv europei da parte delle televisioni.
Ieri anche Corrado Calabrò, Presidente dell'Autorità garante delle comunicazioni, ha espresso perplessità sulla coerenza del decreto con la Direttiva Ue. Il vice ministro Romani ha preannunciato che ''non ci dovrebbero essere modifiche" allo schema di decreto che è attualmente all'esame delle Commissioni parlamentari. Dopo il termine del 4 febbraio per l'emanazione del parere di competenza, il testo definito sarà approvato in un successivo e prossimo Consiglio dei ministri.
Intanto la Commissione Europea starebbe per trasmettere una lettera di avvio di procedura d'infrazione a diversi Stati membri che non hanno recepito la direttiva entro il termine del 19/12/09. Si tratta di 23 stati su 27 fra cui Italia, Germania, Spagna, Francia, Svezia, Portogallo.
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