Cinema e diritti umani a Ginevra
di Anna Percival, Françoise Deriaz
Dal 5 al 14 marzo a Ginevra, l'ottavo Festival del film e Forum internazionale sui diritti umani (FIFDH) torna ad approfittare della sua tribuna libera per denunciare davanti all'ONU "le violazioni dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, ovunque si producano". Al ritmo giornaliero di "un film, un tema, un dibattito", i registi presenteranno le loro opere e i difensori dei diritti umani animeranno le discussioni.
Con queste premesse, il cinema documentario la fa naturalmente da protagonista. Il festival organizza due competizioni (Documentari e creazioni e Grandi reportage) valutati da due giurie, e i registi Robert Guédiguian e Amos Gitai terranno una masterclass.
Tra i titoli della selezione ufficiale, Dirty Paradise del regista svizzero Daniel Schweizer si mette sulle tracce di una tribù amerinda a rischio; Burma VJ - Reporting from a Closed Country del danese Anders Høgsbro Østergaard celebra il coraggio dei reporter in Birmania; in Das Mädchen und das Foto, il tedesco Marc Wiese ritrova la celebre bambina bruciata dal napalm fotografata in Vietnam nel 1979 da Nick Ut, mentre il film franco-iraniano Green Days di Hana Makhmalbaf ricorda la folle speranza di cambiamento che animò l'Iran lo scorso giugno.
(Tradotto dall'inglese)
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