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CANNES 2007 Quinzaine / Regno Unito

In morte di un poeta

di 

Ian Curtis, frontman del gruppo post-punk Joy Division, era un poeta. Lo dimostrano i testi bellissimi della sue canzoni. Ed era un poeta maledetto. Una sorta di Mallarmé o Rimbaud della fine degli anni 70, perché come loro coglieva l'essenza profonda della realtà.

In un bianco e nero fotografato egregiamente da Martin Ruhe, il regista di origine olandese Anton Corbijn ha ripercorso con la sua opera prima Control [+leggi anche:
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la vita brevissima di questo giovane del nord-est inglese suicidatosi a soli 23 anni il 18 maggio del 1980, proprio alla vigilia di quel tour negli Stati Uniti che l'avrebbe lanciato definitivamente nell'olimpo delle star.

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Corbijn, fotografo rock per eccellenza (sono sue le copertine di oltre cento album/cd, tra cui quelle di U2, R.E.M., Springsteen, Nick Cave) e regista di video musicali (Depeche Mode, Nirvana, Metallica...) conosce la materia e affonda le mani nel periodo che segna l'inizio del momento più creativo e prolifico della scena di Manchester. David Bowie e Lou Reed sono alle spalle, e i Sex Pistols stanno emergendo con la forza del loro punk rock. Ian Curtis (ben interpretato da Sam Riley) è un giovanissimo impiegato dell'ufficio collocamento di Macclesfield, affetto da epilessia e malato di poesia. Sogna di diventare famoso con la sua band e ci riesce in pochissimo tempo, dopo aver incontrato l'influente Tony Wilson, che li ospita nel suo show televisivo e li mette sotto contratto con la sua label.

Sposatosi prematuramente con Debbie (una bravissima Samantha Morton), dalla quale ha una bambina, Ian si innamora presto di una ragazza belga che lo segue nei suoi concerti per tutto il Paese. La sua immensa sensibilità, la lotta tra coscienza e cuore, la malattia, lo portano infine alla tragica decisione di uccidersi.

Prodotto da Northsee Limited, in associazione con EM Media, IFF/CINV, 3 Dogs and a Pony Japan e Warner Music Uk, Control è un film musicale che si indirizza a chi ha vissuto quel periodo turbolento e ai giovani curiosi di conoscere da dove nasce il fascino dark di molte band attuali che si ispirano ai Joy Division, ma nello stesso tempo, per usare le parole dello stesso regista è "un film personale" su un giovane uomo che rappresentava un'isola di se stesso e che ha perso il controllo della sua vita.

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