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FESTIVAL Belgio

BFF: Golden Iris a Yo, también, Premio Cineuropa a Corridor

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Il Brussels Film Festival 2010 si è concluso ieri con la consegna dei premi, andati ai film che hanno maggiormente emozionato la giuria e gli altri gruppi di votanti. Questa edizione "di transizione" voleva confermare le solide radici europee del festival e mostrare allo stesso tempo la volontà di aprirsi ai registi affermati, sciogliendo il vincolo delle opere prime e seconde un tempo applicato alla competizione.

Il Golden Iris Award è stato quindi attribuito a Yo, también [+leggi anche:
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del duo spagnolo Alvaro Pastor e Antonio Naharro, il cui umorismo e la cui tenerezza, supportati da una coppia di attori straordinari, hanno trionfato. Yo, también è, senza falsi pudori, una favola moderna, la storia di una rana che voleva diventare grande come un bue; quella di Daniel, 32 anni, affetto da una sindrome di Down che neanche la sua buona educazione può nascondere, il quale sogna di trovarsi, il tempo di una stagione, fra le braccia della sua inaccessibile collega, interpretata da Lola Dueñas. Il film ha un innegabile potenziale pubblico che non deve essere sfuggito alla RTBF, che gli ha anche assegnato il suo premio, arricchito da un pre-acquisto.

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Il White Iris Award dell'opera prima è andato invece a Alles Stroomt [+leggi anche:
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del giovane regista olandese Danyael Sugawara. Come in Yo, también, più che le virtuosità registiche, sono la sensibilità del racconto e la precisione della caratterizzazione dei personaggi che sembrano aver convinto la giuria, visibilmente affascinata da questa storia semplice e al contempo sottile di una madre e di un figlio che si perdono di vista per meglio ritrovarsi.

Per l'occasione, inoltre, Cineuropa ha assegnato il suo quarto premio nell'ambito di un festival, andato in questo caso a Corridor [+leggi anche:
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intervista: Johan Lundborg e Johan Storm
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, brillante esercizio di stile di due giovani registi svedesi, Johan Lundborg e Johan Storm, che si sono misurati con il genere del thriller psicologico. La loro padronanza tecnica dei codici del genere è mirabilmente messa al servizio della costruzione drammatica di un personaggio complesso che inizialmente ripugna lo spettatore, per poi trascinarlo nella sua follia e metterlo a confronto con le proprie paure (leggi l’articolo).

Infine, il Premio del pubblico e il Premio Prime sono stati attribuiti al film italiano L’Uomo che verrà [+leggi anche:
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intervista: Giorgio Diritti
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di Giorgio Diritti.

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(Tradotto dal francese)

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