LOCARNO 2010 Concorso / Romania
Periferic, le 24 ore di libertà di Matilda
“Cosa ti aspettavi? Baci e abbracci?”: Matilda (Ana Ularu, bellezza spigolosa già vista in The Paper Will Be Blue, e seria candidata al Pardo come migliore attrice), è in permesso premio per buona condotta, un giorno fuori dal carcere per partecipare al funerale della madre. “Se sei venuta per i soldi, non ne abbiamo”, si sente dire dal fratello, che poi lascia il lavoro sporco (metterla alla porta) alla moglie.
Il lavoro sporco, appunto: pur evitando le trappole del film “a tesi”, Periferic [+leggi anche:
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intervista: Ana Ularu
scheda film] di Bogdan George Apetri (secondo titolo in concorso dalla Romania, dopo Morgen) è il referto, una sorta di catalogo implacabile, delle umiliazioni cui la società di oggi (e non parliamo solo di quella rumena) può costringere una donna.
Scandite in capitoli che portano, non a caso, il nome di uomini (il fratello Andrei, l’ex protettore Paul, il figlio Toma), le 24 ore di libertà vigilata di Matilda – che per non tornare dietro le sbarre ha deciso di scappare, ma per farlo ha bisogno di soldi – scorrono in un paesaggio umano avvilente, dove violenza, prostituzione e pedofilia sono all’ordine del giorno.
Non c’è consolazione, nella sceneggiatura firmata da Apetri con Tudor Volcan, che scorre solida – e forse un po’ risaputa – tra le rovine morali. Fino all’arrivo di quel figlio perduto e ritrovato: un barlume di tenerezza che sembra addolcire la desolazione (soggetto originale di Cristi Mungiu, e si vede). Per quanto giovane, però, anche Toma è un uomo: ha già capito quant’è cattivo il mondo. In un finale che fa male lo farà capire anche a Matilda. E allo spettatore, che fa il tifo per lei e forse per questo preferirebbe rivederla in galera che in questo mondo a misura di mostro.
Prodotto da Alexandru Teodorescu per Saga Film, in coproduzione con l’austriaca Aichholzer Filmproduktion, Periferic [+leggi anche:
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scheda film] è distribuito nel mondo da MK2.
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