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VENEZIA 2010 Concorso / Francia

Edizione straordinaria: Catherine Deneuve entra in politica

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Mentre la foto di Catherine Deneuve in tuta rossa Adidas anni 70 ha già fatto il giro del mondo, la stampa accreditata alla Mostra ha vissuto momenti di vero buon umore durante la proiezione di Potiche [+leggi anche:
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, screwball comedy deliziosa e ricca di implicazioni del sempre più versatile François Ozon, che uscirà il 10 novembre in Francia e il 12 in Italia.

Tornato dalle parti di Otto donne e un mistero [+leggi anche:
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(2002), che era tratto da una pièce di Robert Thomas, Ozon ha voluto affrontare il tema del ruolo della donna nella società e nella politica adattando un'opera teatrale celeberrima in Francia firmata da Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy. "Potiche", che in Francia indica una donna che vive all'ombra del marito (madame Chirac e ultimamente Ségolène Royal sono state qualificate in questo modo), era nella testa di Ozon da molti anni e alla fine il regista si è deciso per il film, dopo aver concluso che gli agganci con la realtà odierna erano semplicemente immediati. Mantenendo il contesto degli anni 70, con la sua consueta accuratezza nei costumi e nella scenografia, Ozon ha aggiornato la commedia interpretata a teatro da Jacqueline Maillan, nelle quali tante donne nel corso degli anni si sono identificate.

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Siamo nella Francia del nord, a Sainte-Gudule, nel 1977. Suzanne (Deneuve) è la moglie tutta casa e giardino di Robert Pujol (uno straordinario Fabrice Luchini), ricco proprietario di una fabbrica di ombrelli ereditata dal padre di Suzanne. Mentre la moglie scrive poesie, dialoga con gli scoiattoli e si occupa dei nipotini, Robert la cornifica con la segretaria e con le donne che frequentano un locale notturno chiamato Badaboum. Quando gli operai esasperati dal liberismo sfrenato del "padrone" entrano in sciopero e addirittura lo sequestrano (siamo in piena epoca di rivendicazioni sindacali) la situazione precipita: per la liberazione del marito Suzanne ricorre al sindaco e deputato del Partito Comunista nonché suo antico amore Maurice Babin, interpretato da un avvolgente Gérard Depardieu.

Dopo la liberazione, il padrone della fabbrica ha un infarto e Suzanne prende le redini della fabbrica, assieme ai figli Paul (Jérémie Renier) e Joëlle (Judith Godrèche), rilanciandola e accettando le richieste degli operai. Nuovi equivoci e complicazioni, e infine Suzanne deciderà di entrare in politica candidandosi alle elezioni contro il rivale-amico Babin: "Ho diretto una fabbrica, sarei sicuramente in grado di dirigere la Francia!".

"Volevo evidenziare il machismo strisciante riaffiorato durante la campagna elettorale di Sarkozy" ha detto Ozon presentando il film alla stampa. E Catherine Deneuve: "Ci sono stati dei momenti della mia vita in cui ho avuto l'impressione di essere usata solo per il mio aspetto. Vorrei pensare che un film come questo possa aiutare le donne ad acquisire più riconoscimento soprattutto sul lavoro".

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