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VENEZIA 2010 Orizzontii / Italia

I Malavoglia del terzo millennio, tra pesca, rap e immigrazione

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L'epopea dei vinti per eccellenza, quella raccontata in letteratura da Giovanni Verga e poi rievocata al cinema da Luchino Visconti, si aggiorna al terzo millennio grazie a Pasquale Scimeca che alla Mostra, nella sezione Orizzonti, ha portato i suoi Malavoglia [+leggi anche:
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Stessi nomi, circostanze simili al grande romanzo di Verga, facce e contesti diversi per raccontare di una famiglia che, ai nostri giorni, cerca disperatamente una via d'uscita dall'affanno della miseria e un riscatto da una Provvidenza su cui non può contare. Come quelli letterari, i Malavoglia di Scimeca sono pescatori minacciati dai capricci del mare, ma disposti ad accogliere e aiutare un immigrato sbarcato clandestinamente (Alfio/Naceur Ben Hammouda) offrendogli un lavoro e un alloggio. 'Ntoni (Antonio Ciurca) è il figlio più grande che, alla morte in mare del padre, si rifugia nel suo amore per la musica che poi costituirà la salvezza della famiglia, a ritmo di rap. “Di Verga ho preso in prestito la tragica condizione esistenziale del Sud – ha detto il regista, che del Sud aveva già parlato in Placido Rizzotto - non solo del Sud Italia, ma del Sud del mondo dove i giovani e le famiglie vivono da disperati. Lavorando a questo film ho conosciuto da vicino la realtà degli immigrati che considerano il lavoro come una conquista, a differenza dei nostri giovani”.

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Prodotto da Arbash, Classic Srl, Cinecittà Luce e Cinesicilia in collaborazione con Rai Cinema, e distribuito da Cinecittà Luce il film di Scimeca è interpretato, come da tradizione neorealista, solo da attori non professionisti ed è girato a Porto Palo, in provincia di Ragusa, un paese che vive di pesca ma che ha nelle vicinanze coltivazioni di pomodori dove lavorano stagionalmente gli immigrati. Intenzioni e riferimenti nobili, dunque, per questi Malavoglia che vogliono raccontare la disperazione degli “ultimi” di oggi incastonandola in una grande saga di ieri. Peccato per i (forse inevitabili) cali nella recitazione e per una rielaborazione che pecca spesso di ingenuità.

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(Tradotto dall'inglese)

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