08/09/2010

Cielo senza terra, proposto ai Venice Days, rientra nel genere specifico dei ‘film da festival’. Nel lungometraggio, definito (bene) come documentario creativo, i registi Giovanni Maderna e Sara Pozzoli mischiano footage di un viaggio sulle montagne di quest’ultima, immagini del figlio di otto anni, Eugenio, lavoratori che lottano per i propri diritti e un’intervista audio al produttore di musica progressive Gianni Grandis sulle sue varie tribolazioni.

Maderna, premiato nel 1999 con un Leone del Futuro alla Mostra di Venezia per Questo è il giardino, ha dichiarato che la struttura del film è nata mentre ascoltava l’intervista alla radio, in auto, insieme a notizie sui lavoratori, e aveva deciso di fissare le loro storie in video.

L’utilizzo di suoni sovrapposti e interrotti dalla musica è funzionale a rendere la struttura di “storie parallele tra le quali scegliere, come frequenze radio”, ha aggiunto Pozzoli.

La vera star del film è l’eloquente e curioso Eugenio, bambino che s’immerge nel mondo che lo circonda e fa domande profonde sulla reale natura dell’arte e della creatività, siano esse quella del padre o quella di Antonia Pozzi, poetessa suicida all’età di 26 anni, nel 1938 (per coincidenza tema di un altro film dei Venice Days 2009, Poesia che mi guardi). Eugenio è però comunque un bambino, che con pazienza cerca di spiegare al padre il suo interesse nei confronti delle ragazzine della sua classe.

Cielo senza terra è la prima collaborazione tra Maderna e Pozzoli, e di certo non l’ultima: Maderna sta per produrre il prossimo progetto di Pozzoli, ancora senza titolo, con la sua Quarto Film, creata nel 2007.

Cielo senza terra è stato prodotto con meno di 50.000 euro da Quarto Film, in collaborazione con RAI Tre - Fuori Orario e Vivo Film, che si occupa anche della distribuzione domestica.

(Tradotto dall'inglese)