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FILM / RECENSIONI

Forest Creatures

di 

- Dopo due sovversivi cortometraggi e un controverso documentario, il regista Ivan-Goran Vitez prende di mira la società moderna con uno strano e appassionante thriller

Se c'è un genere con cui il cinema croato moderno si misura molto poco, è il thriller. Dopo i sovversivi cortometraggi The Death of the Seals e The Final Sacrament, e il controverso documentario Little Hands sul Festival del cinema croato di Pola, il regista Ivan-Goran Vitez prende di mira la società moderna con lo strano e appassionante Forest Creatures [+leggi anche:
trailer
intervista: Ivan Goran Vitez
scheda film
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Rinus Jongbloed (Jaksa Boric), nuovo proprietario olandese di un'agenzia di pubblicità con sede a Zagabria, parte con i suoi dipendenti per un weekend di rafting e paintball destinato a rafforzare i legami all'interno del gruppo. Ma i rapporti fra loro sono tesi, in particolare con Branko (Vili Matula), uno dei fondatori dell'agenzia, giacché questi ha dovuto cedere il suo potere decisionale al nuovo manager. La maggior parte degli impiegati è ambiziosa, ognuno a modo suo: il giovane Mladen (Luka Peros) lecca i piedi a Rinus, con tutta probabilità la bella Maja (Natasa Dangubic) va a letto con il nuovo padrone, anche il bosniaco Nedim (Ljubisa Savanovic) cerca di attirare la sua attenzione... Solo Vesna (Hana Hegedusic), grande lavoratrice, sembra preoccuparsi di Branko e di ciò che prova. Le cose sono complicate dal fatto che Rinus, che parla solo olandese, ha bisogno di un interprete, Sanjin (Zeljko Königsknecht), che avrà un ruolo importante nello sviluppo della storia.

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Durante una partita di paintball, un buzzurro locale (Goran Navojec) munito di fucile intercetta il gruppo di Branko e ammazza un'impiegata. Branko riesce a sottrargli l'arma e lo uccide. Segue un conflitto con Mladen, anche lui armato, e Branko elimina anche lui, per legittima difesa. Il resto del gruppo scappa e si unisce al gruppo rivale, quello di Rinus, ma un pericolo più grande di Branko si presenta: l'uomo che li ha attaccati ha una famiglia, e sua moglie (Nina Violic), fuori di sé, comincia a ucciderli uno per uno. Due raccoglitori di funghi passano per caso nella foresta in quel momento e si ritrovano anche loro coinvolti nel massacro, mentre Branko si rende conto che l'uomo che li ha attaccati non era lì per caso e che le circostanze di questo weekend sono ben più misteriose di quello che sembrava.

Il film è più complicato di quanto non faccia intendere questo breve riassunto, poiché la trama è fatta di tante storie parallele che seguono diversi personaggi. Oltre alle squadre di paintball, ci sono la famiglia locale, che rimanda a film come Deliverance e a Non aprite quella porta versione soft; i raccoglitori di funghi, coppia "New Age" in cui la donna è una feroce femminista che umilia e intimida il suo compagno; e i due organizzatori (apparentemente inclini al sadomasochismo gay) della partita di paintball, oltre che del massacro. Malgrado tale complessità, Vitez intreccia abilmente i racconti paralleli sviluppando i personaggi in modo convincente. Ciò facendo, nutre il suo film di diversi tipi di umorismo, tra ironia fredda, dialoghi arguti e "sabotaggi drammaturgici" originali, con l'aggiunta di qualche tocco di farsa grossolana.

Vitez ha scelto attori poco utilizzati nel cinema (eccetto Matula, Navojec e Violic), altra differenza tra il suo film e il resto della produzione croata. Il risultato è fresco e originale. Con i suoi fedeli collaboratori, la direttrice della fotografia Tamara Cesarec, il montatore Mato Ilijic e lo scenografo Mario Ivezic, ha realizzato un thriller molto soddisfacente che potrebbe funzionare sia nei cinema che sulle altre piattaforme.

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