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FESTIVAL DI ROMA L'altro Cinema / Extra / Italia

Il colore del vento nel Mediterraneo di De Andrè

di 

Qual è lo spirito del Mediterraneo? Che valori veicolano le sue genti? Fabrizio De André se lo è chiesto più di 25 anni fa, realizzando l'album "Creuza de Mä" in dialetto genovese. Il documentarista Bruno Bigoni – che 10 anni fa aveva girato Faber, "un atto d'amore per l'uomo e l'artista De Andrè" - si pone invece questa domanda oggi con il film Il colore del vento in concorso a L'altro Cinema/Extra del Festival di Roma.

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Le risposte sono molteplici, come le tappe del viaggio che, seguendo i marinai di un cargo, tocca Barcellona, Tangeri, Bari, il Libano, Lampedusa, Dubrovnik e Genova. Luoghi da cui il regista filtra la contemporaneità nella schiavitù delle prostitute nigeriane di Genova, nelle ferite di guerra dell'ex-Yugoslavia, o nei migranti accolti o rifiutati a Lampedusa o a Bari.

"Il Mediterraneo è un mare che separa, uno sbarramento tra Nord e Sud, dove il Sud vuole raggiungere un Nord proibito, che lo rifiuta" è la sua conclusione amara. Prodotto da Minnie Ferrara e Associati in collaborazione con Lumière & Co., con il patrocinio della Fondazione Fabrizio De André e il contributo del MiBAC, Il colore del vento sarà distribuito da Teodora Film.

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(Tradotto dall'inglese)

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