Thessaloniki, mercato positivo nonostante la crisi
Il Thessaloniki International Film Festival (TIFF, 3-12 dicembre) ha chiuso lunedì il suo mercato, e migliorato la sua reputazione nonostante i pesanti tagli di budget.
Creato nel 2007, Agora è divenuto presto la sezione più ricca del festival, con focus sui Balcani e sulle regioni del Mediterraneo meridionale che difficilmente trovano accesso ai network europei.
“Siamo stati costretti ad essere più eclettici con gli inviti per il mercato, e ci ha molto infastidito il cambiamento di date”, ha dichiarato il Responsabile di Crossroads e del Balkan Fund Angeliki Vergou a Cineuropa, in riferimento alla sovrapposizione tra le date del TIFF e quelle di altri festival (come Torino).
“Siamo comunque riusciti ad avere attori internazionali importanti come The Coproduction Office, Wide Management, Rezo e Films Boutique”, ha aggiunto: “È stato un anno decisivo, perché avevamo detto a molti degli ospiti degli anni precedenti che eravamo in un momento difficile, non avevamo budget per coprire tutte le loro spese e non avremmo potuto ospitarli per più di tre giorni”.
Le esperienza passate dei presenti si sono però rivelate positive, e il festival non ha subito grandi perdite, riuscendo ad ospitare 120 professionisti per tutta la durata del mercato, contro i 180 del 2009. “È stato commovente”, ha aggiunto il Responsabile di Agora Yanna Sarri, “Molte persone ci hanno detto che eravamo stati molto gentili in passato, che amavano il festival e volevano comunque tornare”.
In termini di business, Agora ha raccolto molto interesso grazie alla rinnovata sezione Works in Progress, coordinata da Vergou e Sarri. La giuria della sezione ha assegnato il suo riconoscimento al regista locale Filippos Tsitos per Unfair World, attualmente in produzione.
Il film di Tsitos è divenuto automaticamente il titolo più richiesto del mercato, insieme a progetti come Wasted Youth di Dimitris Papaditropoulos (Bank Bang), Man in the Sea di Constantine Giannaris (Hostage [+leggi anche:
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scheda film]), il debutto greco-franco-albanese Amnesty di Bujar Alimani e Adalbert’s Dream dell’esordiente rumeno Gabriel Achim.
(Tradotto dall'inglese)
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