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PRODUZIONE Italia

La vita facile: Accorsi e Favino medici umanitari in Africa

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Nelle sale dal 4 marzo in 300 copie distribuite da Medusa, La vita facile [+leggi anche:
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di Lucio Pellegrini (Figli delle stelle [+leggi anche:
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, Tandem), vede il ritorno di Stefano Accorsi, dopo la partecipazione l'anno scorso in Baciami ancora [+leggi anche:
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di Gabriele Muccino. L'attore italiano, trasferitosi ormai da alcuni anni in Francia, debutterà presto alla regia con il thriller Versus, del quale sta scrivendo la sceneggiatura insieme a Pascal Sid e Julien Lacombe (Derrière les murs). Accorsi sta anche scrivendo un altro film, Il Colpo, che sarà diretto da Gabriele Muccino e prodotto da Domenico Procacci della Fandango.

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Procacci è anche il produttore de La vita facile, nel quale Accorsi è affiancato da due attori proveniente dal cast di Baciami ancora, Pierfrancesco Favino e Vittoria Puccini. Nel film di Pellegrini, Accorsi è Luca, un medico idealista e sensibile che manda avanti con mille difficoltà un piccolo ospedale umanitario in Africa e viene affiancato dall'amico Mario (Favino), chirurgo romano di successo arricchitosi nelle cliniche private. I due vengono presto raggiunti dalla moglie di Mario, Ginevra (Puccini), che rivela il motivo della fuga del marito dall'Italia: un'inchiesta giudiziaria per corruzione nella sanità che lo vede coinvolto.

La forma del film è quella della commedia amara, con un Pierfrancesco Favino dalla comicità a ruota libera che ricorda l'Alberto Sordi e il Nino Manfredi delle commedie degli anni 60 e 70 che fotografavano i vizi e i difetti degli italiani. "Mi piace sperimentare, esplorare i generi con stile personale", dice il regista durante la presentazione della pellicola alla stampa. "Il film non offre uno sguardo consolatorio sull'Africa e racconta personaggi con diverse sfaccettature. Sono negativi ma hanno anche aspetti di umanità. Luca e Mario sono le due facce di un Paese dove oggi si è divisi su tutto. Uno è colui che ha rifiutato le regole, l'altro è quello che è sceso a compromessi e ha cavalcato l'onda. Sono i 40enni che continuano a dipendere dai padri, che ne influenzano le scelte e i destini, quei padri 70enni che ancora oggi hanno in mano l'Italia".

Sull'attuale supremazia della commedia al box office italiano, il produttore Procacci esprime prudenza: "Non può essere l'unica chiave per raccontare una storia, la sintonia col pubblico non dura in eterno. Il successo delle commedie è pericoloso, sta inducendo il governo ad affermare che il cinema in generale può fare a meno dell'aiuto finanziario pubblico".

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