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FESTIVAL Italia

Ulidi piccola mia, primo film italiano in concorso al Torino FF

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E' un film difficilmente inquadrabile, il primo dei due italiani in concorso al 29mo Torino Film Festival (25 novembre - 3 dicembre). Presentato ieri dal direttore Gianni Amelio come "un fiore al limite del campo, un film come ce ne dovrebbero essere di più a Torino", Ulidi piccola mia, esordio nel lungometraggio del documentarista Mateo Zoni (Hanna Schygulla vede Hanna Schygulla), è una miscela di doc e finzione, senza un vero copione, girato con pochi soldi (80 mila euro) e una videocamera HD che sta attaccata ai suoi protagonisti, spia conversazioni dietro le porte e penetra una realtà problematica, quella di Paola, una ragazza di origine marocchina con difficoltà psichiche che vive in una comunità a Parma.

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La scena iniziale ritrae Paola mentre canta una bella poesia, Giuro che io salverò la delicatezza mia di Mariangela Gualtieri, e nulla, nel suo sguardo vivo e nel suo ampio sorriso, lascia presagire la sofferenza di cui lo spettatore sarà testimone. Un disagio raccontato con grande sensibilità e un'intimità mai forzata: "Ulidi piccola mia è un film sulla delicatezza, che penso sia oggi il sentimento più trasgressivo", spiega Zoni, "vorrei che le immagini avessero sul pubblico un effetto quasi fisico: come una stretta confortante che sprigioni energia e coraggio".

La videocamera segue Paola nella sua vita quotidiana, tra le sue compagne di comunità, nei dialoghi con la madre amorevole che la chiama Ulidi ("piccola mia" in arabo). E al suo lavoro come parrucchiera, dove confessa a una cliente, con il suo modo di parlare pacato e come se niente fosse, di avere un certo male alla schiena per quella volta che si è rotta due vertebre lanciandosi dal secondo piano di un edificio. La segue infine la sera del suo diciottesimo compleanno, lasciando allo spettatore la consapevolezza che la gioia dei festeggiamenti cederà presto il passo alle inquietudini del suo ingresso nella vita adulta e delle nuove scelte da sostenere.

Ulidi piccola mia è una produzione Indigo Film con Solares Fondazione delle Arti, che si occupa anche delle vendite all'estero. La distribuzione in Italia è affidata a Cinecittà Luce in data ancora da stabilirsi.

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