30/01/2012

L’International Film Festival Rotterdam, che si è aperto il 25 gennaio, è noto per essere un evento estremo e d’avanguardia. Eppure, nonostante gli alti standard, Clip, debutto della scrittrice e regista serba Maja Milos, ha creato una certa agitazione nel pubblico durante la proiezione.

Il film racconta la vita della 14enne serba Jasna (Isidora Simijonovic), che ha un padre in cura per una malattia terminale ma sembra preoccuparsi solo di festini a base di alcol e droga e del prossimo incontro sessuale con il quasi-fidanzato Djole (Vukasin Jasni).

La relazione tra Djole e Jasna è precaria: lui è dominante, e lei lo cerca quasi fosse una droga che le consente di dimenticare. E, cosa ancora più disturbante, Jasna registra tutto, ma proprio tutto, col suo telefonino, come se la sua vita non esistesse se non fosse registrata per i posteri, in una sorta di torpore da eccessi alla Brett Easton Ellis.

Non mancano scene di sesso esplicito, girate da una controfigura (come spiegano i titoli di coda, solo parzialmente confortanti) — le immagini sfocate della telecamera del cellulare consentono indubbiamente l’uso di controfigure, poiché Simijonivic aveva soltanto 13 anni all’inizio delle riprese del film. Milos ha però la capacità di introdurre tali scene a film avanzato, quando lo spettatore ha già stabilito un contatto con i personaggi.

Se il cuore del film è Jasna, l’elemento più riuscito è costituito dal suo gruppo di amici che la circonda: Jasna è una delle tante adolescenti serbe senza una chiaro codice morale, che emula le ballerine sexy in TV e manca di rispetto per se stessa e di orgoglio. Anche se mai esplicitamente collegato agli anni della guerra prima della sua nascita, è ovvio che un vuoto morale esiste per i giovani della sua generazione.

Nonostante l’eccezionale prova di Simijonivic, il film resta però in una nicchia perlopiù festivaliera.

Inserito nel Concorso Tiger, il film è stato prodotto da Film House Bas Celik, che ne cura la distribuzione internazionale.

(Tradotto dall'inglese)