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LEGISLAZIONE Europa

Gli attivisti protestano contro ACTA

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Il relatore dell’Accordo Anti-Contraffazione (ACTA) del Parlamento Europeo si è dimesso venerdì in segno di protesta contro la sigla, avvenuta giovedì scorso a Tokyo, del trattato anti-pirateria da parte dei 22 Stati membri.

Kader Arif ha dichiarato di condannare “l’intero processo che ha portato alla sigla dell’accordo: nessuna consultazione con la società civile, mancanza di trasparenza sin dall'inizio dei negoziati, con ripetuti rinvii della firma del testo senza spiegazioni e senza chiarimenti relativi all’esclusione delle richieste del Parlamento, espresse in diverse sedute”.

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Numerose sono state in Polonia e Irlanda le proteste e le critiche contro un trattato che potrebbe portare alla censura online, qualora le attuali leggi sulla proprietà intellettuale venissero estese a tutto internet. I sostenitori di 'Anonymous', gruppo di attivisti online, hanno protestato domenica a Bruxelles contro la versione europea degli statunitensi SOPA e PIPA, che, hanno detto, andrebbe a intaccare la libertà di espressione e a incoraggiare il controllo su internet da parte dei service provider.

I rappresentanti dell’Unione Europea e dei 22 Paesi membri — fra i quali Regno Unito, Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Svezia— hanno partecipato alla cerimonia presso il Ministero degli Affari Esteri giapponese.

I cinque stati rimanenti — Cipro, Germania, Estonia, Paesi Bassi e Slovacchia — aderiranno presto. L’UE si allinea quindi ad Australia, Canada, Giappone, Corea del Sud, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore e USA, già firmatari del trattato nell’ottobre 2011.

La sigla non significa che ACTA sia però già effettivo: il Parlamento Europeo dovrà infatti ratificare l'accordo, e le votazioni si terranno in estate.

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