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FILM / RECENSIONI

Trishna

di 

- L'eclettico cineasta britannico adatta per la terza volta un'opera di Thomas Hardy, ambientando nell'India contemporanea la storia di Tess dei d'Urberville. Che ha il volto di Freida Pinto.

Lo scrittore e regista britannico Michael Winterbottom ha una filmografia eclettica che va dalla fantascienza (Code 46 [+leggi anche:
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) e le commedie semi-improvvisate a tema culinario (The Trip) a drammi documentari ambientati in luoghi esotici (A Mighty Heart - Un cuore grande [+leggi anche:
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, Cose di questo mondo).

Anche se ciascun progetto appare unico, il suo ultimo film, Trishna, ambientato in India, ha un importante tratto comune con due precedenti opere di Winterbottom — Jude del 1996 e Le bianche tracce della vita del 2000—: la sceneggiatura prende ispirazione da un romanzo di Thomas Hardy.

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Trishna riprende la storia di Tess dei d'Urbervilles di Hardy, vicenda di una giovane donna (qui chiamata Trishna e interpretata da Freida Pinto) di umili origini che arriva all’alta società e alla ricchezza.

Nella libera interpretazione di Winterbottom, la bella Trishna, da una famiglia povera resa ancor più misera da un incidente stradale che distrugge la loro Jeep, mette gli occhi sul rampollo di una ricca famiglia inglese/indiana, Jay (Riz Ahmed). L’uomo è in India per curare alcuni dei lussuosi hotel del padre cieco (Roshan Seth) e chiede, in maniera non del tutto disinteressata, che Trishna lavori per lui in uno di essi.

L’amore è nell’aria, come suggerisce una delle prime scene nella quale Jay insegna a Trishna a fischiare, che porta i due personaggi a protendere le labbra l’uno verso l’altra.

Ma nonostante la chimica e la compatibilità sessuale, la differenza di classe crea tra padrone e cameriera una frizione che lentamente diventa grande tanto da minacciare la loro relazione.

E mentre Jay e Trishna rappresentano chiaramente gruppi più ampi (gli uomini ricchi del primo mondo e le povere ma belle del terzo), Winterbottom inserisce nella storia un abbondante numero di dettagli per evitare che il pubblico guardi al film solo come un’allegoria delle classi e delle differenze tra i sessi.

In questo, è aiutato dalla lieve fotografia di Marcel Zyskind, dal montaggio tagliente di Mags Arnold e da una eclettica colonna sonora, che va da Amit Triverdi a Shigeru Umebayashi. Questi contributi tecnici aiutano a rendere l’India viva nei suoi contrasti, e Winterbottom a trasporre un romanzo vittoriano ai giorni nostri.

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(Tradotto dall'inglese)

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