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FILM / RECENSIONI

Dream and Silence

di 

- Lanciato in una ricerca paziente dell'essenza della realtà, lo spagnolo Jaime Rosales firma un film delicato sulle ferite del lutto.

Rivelatosi nel 2003 con Las Horas del dia alla Quinzaine des réalisateurs, il cineasta spagnolo Jaime Rosales è tornato nella celebre sezione parallela del Festival di Cannes 2012 con il suo quarto lungometraggio: l'ascetico e sensibile Sueño y silencio [+leggi anche:
trailer
intervista: Jaime Rosales
scheda film
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. Filmato in 35mn, in bianco e nero e con una luce naturale, questa nuova opera s'iscrive in una carriera segnata dallo spirito di ricerca del regista, che ha anche scelto attori non professionisti che improvvisano in un'unica ripresa davanti a una camera di una pazienza infinita. Un processo dominato prima da un'asciuttezza elegante e poi da un'intensità che si fa sempre più forte, per un racconto sull'elaborazione del lutto.

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Il film, che si apre sui colori di una pittura murale firmata da Miquel Barcelo dove si intravede un personaggio appeso per i piedi, presenta una famiglia di spagnoli che vivono a Parigi: l'architetto Oriol, sua moglie Yolanda, professoressa, e le loro due figlie in età scolare, Celia e Alba. Un dramma li attende al ritorno dalle vacanze: la primogenita muore in un incidente d'auto al quale il padre sopravvive cancellando totalmente (è il suo modo di proteggersi dal dolore e dal senso di colpa) il ricordo dell'esistenza di sua figlia. Completamente interrotto, il dialogo tra i due coniugi si ricostruirà con il tempo e attraverso un lavoro silenzioso su se stessi, ognuno a suo modo, ritornando alla fonte o girandole attorno, e immergendosi nella natura, in vasti parchi (il Lussemburgo e le Buttes-Chaumont) pieni di bambini, in un grande bagno sociale sinonimo di vita.

A partire da un intreccio drammatico affrontato da un'angolazione un po' più dialogata (confessione all'amica, scambio con la suocera) da parte dell'accattivante personaggio femminile, Jaime Rosales crea da artigiano e osservatore meticoloso un'atmosfera di attesa e di interrogativi interiorizzati che sono decifrabili sui volti. Inquadrature avvolgenti, lunghissimi piani fissi, voci off, entrate e uscite di campo inaspettate, lente panoramiche e qualche raro travelling camera a spalla creano una tessitura visiva notevole e una libertà suggestiva per lo spettatore a condizione che accetti le regole del gioco (in caso contrario, la sua pazienza potrebbe essere messa a dura prova).

A simboleggiare il ritrovato dialogo tra Oriol e Yolanda, il primo controcampo arriva dopo oltre 80 minuti. E tutte queste scelte visive forti danno naturalmente una grande importanza al suono e a scenografie sottilmente minimaliste dove domina il bianco, come la pagina che la coppia deve riuscire a voltare per non cadere nella classica divergenza reattiva e nell'incomprensione tra uomo e donna dinanzi a un evento così grave: l'uomo procede per tappe ben definite, non seguendo altro che la sua testa, mentre sua moglie comunica con il suo entourage e ne ascolta i consigli. Un antagonismo presente già prima del dramma e che deve trovare una soluzione e un terreno di condivisione (il parco) perché la vita possa ridisegnarsi e ritrovare i suoi colori.

Produzione di Fresdeval Films, Sueño y silencio è coprodotto da Wanda Vision (Spagna) e Les Productions Balthazar (Francia). Le vendite internazionali sono affidate ai tedeschi di The Match Factory.

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(Tradotto dal francese)

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