02/10/2012 - Michel Ocelot lancia il terzo capitolo delle avventure del suo giovane eroe d'animazione che "non è grande, ma è coraggioso"

“Coraggio, astuzia, generosità, solidarietà”, “osservare, apprendere, immaginare”: attraverso il personaggio del piccolo africano Kirikù, il regista d'animazione Michel Ocelot trasmette al pubblico giovane, con dolcezza e talento, valori senza prezzo e volge deliberatamente le spalle - non per questo scadendo nell'ingenuità - al clima di violenza e alle atmosfere futuriste spesso veicolate dalle tante (troppe) produzioni cinematografiche e audiovisive per ragazzi. Dopo Kirikù e la strega Karabà (1998 - 1,6 milioni di entrate in Francia) e Kirikù e gli animali selvaggi [+leggi anche:
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scheda film] (2005 - 2 milioni di spettatori) sbarca domani, mercoledì 3 ottobre, Kirikù e gli uomini e le donne [+leggi anche:
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scheda film], lanciato da StudioCanal in circa 600 copie.

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Prodotto da Les Armateurs (Didier Brunner) per un budget di 6,92 M€ che include le coproduzioni di France 3 Cinéma, Mac Guff Ligne e Studio O, e i pre-acquisti di Canal+ e Ciné+, il film propone diverse avventure che offrono altrettante occasioni per gettare un ponte tra le generazioni e le razze, per risolvere conflitti e difficoltà grazie allo spirito d'iniziativa del protagonista e per trasmettere la conoscenza attraverso racconti simbolici e attraverso il potere della musica. Un'arte della narrazione cui Michel Ocelot presta la sua scienza dell'animazione pura e luminosa, rifiutando lo sfarzo e il rumore per concentrarsi sull'essenza del suo messaggio (“tutto è partito da un filo d'erba”, “toccare tutti”) che risuona così bene sia presso i giovani spettatori che presso i loro accompagnatori adulti.

(Tradotto dal francese)