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FESTIVAL Francia

Ken Loach riceve il premio Lumière da Eric Cantona

di 

- Loach: "Abbiamo bisogno di un altro tipo di Europa, basata sulla promozione e la pianificazione di quello che serve per la cultura"

E' a un Ken Loach particolarmente emozionato e molto umile che "The King" Eric Cantona ha consegnato sabato sera il premio Lumière nell'ambito dell'omonimo Festival che si è tenuto a Lione dal 15 al 21 ottobre. Una strizzata d'occhio a Il mio amico Eric [+leggi anche:
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, il film del regista britannico uscito nel 2009 e proiettato a inizio cerimonia davanti a tremila persone, tra cui ospiti prestigiosi come i registi Jerry Schatzberg, Marjane Satrapi e i fratelli Dardenne, gli attori francesi Julie Gayet e Hippolyte Girardot, e la produttrice e lo sceneggiatore di Ken Loach Rebecca O’Brien e Paul Laverty, fra gli altri.

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Dopo Clint Eastwood, Milos Forman e Gérard Depardieu, Thierry Frémaux, che ha animato la cerimonia, ha sottolineato l'importanza per l'Istituto Lumière, di cui è direttore generale, di ricompensare quest'anno un cineasta europeo.

Il vincitore della Palma d'oro 2006, che dichiara volentieri "siamo tutti europei", resta tuttavia critico riguardo alle politiche condotte da Bruxelles: "L’idea di un'Unione europea guidata da un'agenda liberale non è quello che vogliamo", ha dichiarato, coerentemente con i suoi film che si schierano dalla parte del mondo operaio, dei popoli oppressi e colpiti dalle devastazioni del neoliberismo.

E quando Cineuropa lo ha interrogato sulla situazione attuale dell'industria europea, Ken Loach non ha esitato a citare la Francia come esempio: "E' una grande questione. Per noi, in Inghilterra, il sistema di sovvenzione al cinema che esiste in Francia è molto importante". Il giorno prima di ricevere il premio, il regista aveva dichiarato di essere "preoccupato per il cinema francese" a causa della messa a rischio, da parte della Commissione europea, di questo sistema unico di ridistribuzione della tassa pagata da tutta la filiera del cinema francese fino al biglietto dello spettatore.

"Per i politici in Europa, è un modo per interferire nel mercato, cosa che detestano, o almeno alcuni di loro. Ma se non c'è un sistema come quello, il mercato non potrà soddisfare la domanda. Penso quindi che abbiamo bisogno di un altro tipo di Europa, basata sulla promozione e la pianificazione di quello che serve per la cultura". Per questo il regista insiste nel "resistere" per salvare il cinema francese in particolare, e il cinema europeo in generale".

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(Tradotto dal francese)

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