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ROMA 2012 CinemaXXI

Suspension of Disbelief, la sottile linea tra cinema e realtà

di 

- Il regista inglese Mike Figgis ha presentato al Festival di Roma il suo ultimo lavoro, una divertente riflessione sui limiti tra narrazione e realtà

Inserito giustamente nella sezione del Festival di Roma dedicata alle nuove forme cinematografiche (CinemaXXI), l'ultimo lavoro del regista inglese Mike Figgis, Suspension of Disbelief, è una riflessione intensa e ambiziosa/pretenziosa (a seconda dei gusti), anche se non eccessivamente seria, sui limiti tra narrazione e realtà, la percezione e il cinema. Figgis, che ha dichiarato di aver diretto questa pellicola (che ha anche scritto e montato) mosso dall'astio per il cinema convenzionale, gioca a tal punto con gli elementi che compongono il film che l'aspetto formale diventa di fatto il film, lasciando da parte trama e personaggi (nonostante il protagonista, che è uno sceneggiatore e scrittore, dichiari che il personaggio è la trama). Una trama che tuttavia esiste e ha la struttura di una classica indagine intorno a una misteriosa scomparsa.

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Martin (interpretato dal tedesco Sebastian Koch, lo scrittore spiato in Le vite degli altri) è un'affascinante e rampante sceneggiatore di cinema e teatro, la cui moglie è scomparsa quindici anni prima in circostanze misteriose. Durante i festeggiamenti per il venticinquesimo compleanno di sua figlia Sarah (Rebecca Night), attrice come sua madre e protagonista di un film che si sta girando in quei giorni, tratto da una sceneggiatura del padre, Martin conosce la misteriosa Angelique (Lotte Verbeek), che scompare quella notte stessa. Il giorno seguente, la giovane viene ritrovata annegata in un canale, con tracce di droga nel sangue e senza biancheria intima.

La polizia comincia a indagare sul caso, per scoprire se si tratti di un omicidio o di un incidente. L'ultima persona con cui ha parlato Angelique è stata Martin, che a sua volta comincia a scavare nei ricordi di quella notte e della ragazza, che si mescolano con fantasie, sogni, memorie del passato. Per complicare ulteriormente le cose, arriva a riconoscere il corpo di Angelique la sua sorella gemella, Therese, con cui condivide un oscuro ed enigmatico passato.

Figgis, che fa sfoggio di una grande ironia nel sottolineare l'uso di stereotipi di diversi generi cinematografici, non risparmia nulla (il cinema nel cinema, la relazione padre-figlia che si riflette nella relazione regista-attrice, i numerosi riferimenti al linguaggio cinematografico come convenzione), fino al punto di risultare essenzialmente un esercizio di stile. Suspension of Disbelief (il cui titolo fa riferimento a uno dei principi fondamentali del teatro, perso secondo Figgis nel cinema, ossia la sospensione dell'incredulità) è un'opera divertente, intelligente, anche se diretta quasi esclusivamente a un pubblico cinefilo.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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