email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

ROMA 2012 Concorso

E la chiamano estate: lo Shame italiano fa discutere

di 

- Il film di Paolo Franchi, in concorso al Festival di Roma, racconta di un uomo che ama alla follia sua moglie ma non riesce a fare sesso con lei, con Jean-Marc Barr e Isabella Ferrari

Il debutto nella produzione cinematografica di Nicoletta Mantovani (vedova Pavarotti) non poteva essere più turbolento. Un mare di polemiche ha infatti accolto E la chiamano estate [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, terzo e ultimo film italiano in concorso al Festival di Roma, da lei prodotto per Pavarotti International e diretto da Paolo Franchi. La stampa lo ha bocciato con vigore. La parola ora passa al pubblico.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Qualcuno lo ha già ribattezzato lo Shame [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
italiano. Sesso compulsivo e amore malato sono gli ingredienti di questo film ad alto tasso erotico, dove abbondano nudi, orge e primi piani di genitali. Il protagonista, Dino (Jean-Marc Barr, prossimamente anche in Nynphomaniac di Lars Von Trier, per rimanere in tema) è un uomo tormentato, dalla sessualità deviata, che ama alla follia sua moglie Anna (Isabella Ferrari) ma non riesce a fare sesso con lei. Così, cerca piacere altrove, frequenta prostitute e locali per scambisti, si accoppia con chiunque, anche con donne davvero poco attraenti, e assistiamo ai suoi traffici notturni attraverso i video che gira col suo telefonino, immagini confuse e sempre molto affollate. Poi, quando torna a casa dalla sua amata, tutto diventa lirico e puro (le scene di coppia sono ambientate in una camera da letto fuori dallo spazio e dal tempo, dove tutto è bianco e luminoso), i due si professano amore eterno ma neanche si sfiorano.

Passi la struttura del film, che mischia passato, presente e futuro, tra testimonianze, diapositive e monologhi fuori campo. Passi anche la reiterazione di alcune scene e di certi concetti ("Reiterare una scena significa rileggerla e mi sembrava interessante realizzare un racconto che, non sviluppandosi in senso longitudinale, raccontasse un tempo interiore", ha spiegato Franchi). Quello che sfiora l'imperdonabile sono alcuni dialoghi, di una comicità involontaria ("Una scopata non si nega a nessuno, tantomeno a una ex" è una frase che passerà alla storia), e la fotografia ricercata, il montaggio d'ispirazione bergsoniana e l'ambizione del suo regista non bastano a renderlo un film credibile. Lode, comunque, all'audacia di Nicoletta Mantovani: "Per produrre film del genere ci vuole coraggio, bisogna crederci e per me è stato così".

Costato circa un milione e mezzo di euro, il film ha ricevuto il contributo del MiBAC (400 mila euro). L'uscita è prevista per il 22 novembre con Officine UBU, società che distribuirà un altro film italiano in concorso a Roma, quello di Corsicato (leggi la news).

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy