email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

ROMA 2012 Concorso

Lasciarsi e non dimenticarsi in Un enfant de toi di Jacques Doillon

di 

- Il nuovo film del regista francese racconta di una coppia separata che torna ad amarsi. Tra i protagonisti, Lou Doillon e una baby attrice irresistibile

Ha il primato di essere il film più lungo del festival di Roma (143 minuti). Quando lo spettatore realizza che è anche il più parlato, composto quasi esclusivamente da dialoghi, ha un brivido (o almeno così è stato per chi scrive): passerà il tempo? E invece Un enfant de toi [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, ultimo lavoro di Jacques Doillon presentato in concorso al Festival internazionale del film di Roma, scorre e sa catturare l'attenzione intorno a una tematica (il ménage a trois) tante volte affrontata, al limite dell'ossessione, in certo cinema francese (non ultimo lo stesso Doillon, il cui film precedente s'intitola Le Mariage à trois [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, "il matrimonio a tre").

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Il film coinvolge grazie alla qualità dei dialoghi, che è buona anche se a volte un po' troppo letteraria (e c'è un momento in cui i personaggi se lo dicono da soli: "Smettila con queste battute teatrali!"). La trama: Aya (interpretata dalla figlia del regista e Jane Birkin, la sofisticata Lou Doillon) e Louis (Samuel Benchetrit) sono separati da alcuni anni. Entrambi si sono rifidanzati: lei con Victor (Malik Zidi), dentista, che desidera un figlio; lui con Gaelle (la debuttante Marilyne Fontaine), studentessa, ancora troppo giovane per metter su famiglia. Attraverso nove incontri segreti - ma neanche tanto - organizzati da Aya, il film racconta come possa rinascere, poco a poco, la passione tra due persone separate che evidentemente hanno ancora molto da dirsi. Complice anche la figlia della coppia, Lina, sette anni, interpretata da un'irresistibile piccola esordiente, Olga Milshtein, vero prodigio di simpatia e spigliatezza.

Nel frattempo, però, Aya è combattuta tra l'uno e l'altro, oscilla, cede, ci ripensa. "La vita è più prossima all'assurdo che a qualcosa di coerente", ha affermato Lou Doillon, "sono cresciuta con persone che accettano le sfumature nei rapporti. Nei dialoghi scritti da Jacques Doillon ritrovo i movimenti della vita, i sentimenti in generale sono ambigui". In un film tanto parlato, impossibile non pensare a Eric Rohmer: "Apprezzo molto l'opera di Rohmer", ha detto il regista, "ma con tutto il rispetto, noi che siamo venuti dopo abbiamo fatto un passo in più, abbiamo approfondito il lavoro con gli attori. Quelli della Nouvelle Vague erano più timidi, si limitavano a ripetere le battute. Confesso che con alcuni film di Rohmer faccio fatica".

Dopo la prima mondiale al Festival di Roma, Un enfant de toi sarà nelle sale francesi dal 26 dicembre con Sophie Dulac Distribution.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy