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CANNES 2013 Selezione

La Croisette nel mirino

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- Una miriade di pretendenti alimenta le speculazioni sulla futura selezione cannense. Ecco i principali candidati

Mentre la Berlinale volge al termine, i pensieri di tutti i professionisti si rivolgono ora verso la 66ma edizione del Festival di Cannes (dal 15 al 26 maggio 2013) e si moltiplicano i pronostici sui film che Thierry Frémaux potrebbe selezionare. Ecco una panoramica dei principali pretendenti a una selezione sulla Croisette, in apertura della quale non dispiacerebbe vedere, ad esempio, Il grande Gatsby dell'australiano Baz Lurhmann.

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Sul fronte europeo, dove Lars Von Trier e Pedro Almodóvar saranno eccezionalmente assenti, i più papabili sono Only God Forgives del danese Nicolas Winding Refn, Twelve Years of Slave (produzione americana) dell'inglese Steve McQueen, La grande bellezza dell'italiano Paolo Sorrentino e i favoriti francesi: Un indien des plaines (Jimmy P.) di Arnaud Desplechin e Le bleu est une couleur chaude di Abdellatif Kechiche , ma anche Venus in Furs di Roman Polanski, in caso di montaggio accelerato. Tra gli outsider, si possono citare Nine Minutes Interval del rumeno Corneliu Porumboiu, Michael Kohlhaas di Arnaud des Pallières (con Mads Mikkelsen protagonista), Un château en Italie di Valeria Bruni-Tedeschi, Jeune et jolie di François Ozon, Abus de faiblesse di Catherine Breillat e Les salauds di Claire Denis

Tra gli altri film del Vecchio Continente potenzialmente candidati a un viaggio sulla Croisette, si segnalano We Come As Friends dell'austriaco Hubert Sauper, The Invisible Woman dell'inglese Ralph Fiennes, A Field in England di Ben Wheatley, il film tedesco Happy Birthday del francese Denis Dercourt, Nude Area dell'olandese di origine polacca Urszula Antoniak, il misterioso Dau del russo Ilya Khrzhanovsky, The Gambler dell'ungherese Szabolcs Hajdu, Oktober November dell'austriaco Götz Spielmann, Histoire de la Meva Mort del portoghese Albert Serra, Open Windows dello spagnolo Nacho Vigalondo e Adieu au langage di Jean-Luc Godard.

Le possibilità americane non mancano quest'anno con The Nightingale di James Gray, Inside Llewyn Davies dei fratelli Coen, The Bling Ring di Sofia Coppola, Nebraska di Alexander Payne, Her di Spike Jonze, Night Moves di Kelly Reichardt, e ancora Only Lovers Left Alive di Jim Jarmusch e The Butler di Lee Daniels. Ed è lecito pensare a una proiezione fuori concorso per The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, Blue Jasmin di Woody Allen e Pacific Rim di Guillermo del Toro. Dal canto suo, il Canada punterà su Tom à la ferme di Xavier Dolan e An Enemy di Denis Villeneuve.

L’Asia potrebbe partecipare con Le Passé dell'iraniano Asghar Farhadi, The Congress dell'israeliano Ari Folman, Le Transperceneige (Snowpiercer) del coreano Bong Joon-ho, Diary of a Young Boy del taiwanese Tsai Ming-Liang, Blind Detective del cinese Johnnie To e tre film giapponesi: A Perfect Day for Plesiosaur di Kiyoshi Kurosawa, Like Father, Like Son di Hirokazu Kore-Eda e Dog Eat Dog di Shinji Aoyama.

Se l'Africa punterà su Grisgris del ciadiano Mahamat-Saleh Haroun, qualche sorpresa potrebbe venire dall'America Latina, dove dai pronostici emergono, per ora, solo produzioni messicane: Manto Acuifero di Michael Rowe, Chavez di Diego Luna e A los ojos di Vicky e Michel Franco.

Infine, si possono segnalare sul fronte francese (fuori concorso) eventualità come Once Upon a Forest di Luc Jacquet, L'écume des jours di Michel Gondry (anche se la sua data d'uscita ad aprile sembra al momento incompatibile), L’extravagant voyage du jeune et prodigieux T.S Spivet di Jean-Pierre Jeunet, Blood Ties di Guillaume Canet, Grace de Monaco di Olivier Dahan e Malavita di Luc Besson. Puntano a una selezione anche Grand Central di Rebecca Zlotowki, Suzanne di Katell Quillevéré, Jacky au royaume des filles di Riad Sattouf, Une autre vie di Emmanuel Mouret, Eastern Boys di Robin Campillo, Gare du Nord di Claire Simon, Tip Top di Serge Bozon, Tirez la langue mademoiselle di Axelle Ropert, L’inconnu du lac di Alain Guiraudie, Réalité di Quentin Dupieux e Dark Touch di Marina de Van. Un titolo più interessante dell'altro, per un panorama ipotetico che non vuole essere esaustivo e che solo Thierry Frémaux potrà svelare alla conferenza stampa del 18 aprile.

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(Tradotto dal francese)

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