email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FILM / RECENSIONI

The Resurrection of a Bastard

di 

- Venuto dal fumetto, Guido van Driel fa un ingresso sorprendente nel mondo del cinema con un lungometraggio che ha aperto in concorso il Festival di Rotterdam 2013.

I graphic novel non sono particolarmente famosi nei Paesi Bassi – a differenza del vicino Belgio, dove noti personaggi di fumetti come Tin Tin, i Puffi e Lucky Luke sono già passati sul grande schermo – e un graphic novel olandese adattato per il cinema dal suo autore è ancor più raro.

Questo però è quanto accaduto al graphic novelist e regista Guido van Driel con il suo esordio The Resurrection of a Bastard [+leggi anche:
trailer
intervista: Guidovan Driel
scheda film
]
, tratto dal suo Om mekaar in Dokkum. Il tomo originale, scritto e diretto da Van Driel, era stato commissionato dalla città della Frisia Dokkum, nota agli olandesi come luogo dove San Bonificio, che convertì e organizzò i cristiani di Olanda e Germania, fu ucciso nel 754, esattamente 1250 anni prima dell'uscita del graphic novel, nel 2004.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

La commissione commemorativa ha reso Van Driel libero di fare ciò che voleva e più che un racconto storico, ne è uscito un racconto ambientato nel presente, che intreccia le storie di un criminale di Amsterdam, un contadino frisone e un rifugiato dell'Angola.

Il criminale è un cattivo di Amsterdam chiamato Ronnie (l'attore olandese Yorick van Wageningen, che aveva interpretato un altro cattivo, il tutore di Lisbeth Salander (in Millenium - Uomini che odiano le donne di David Fincher). In una bella sequenza, tira fuori gli occhi dalle orbite ad un altro criminale con un aspirapolvere. E ci sono danni collaterali durante le dimostrazioni di Ronnie delle proprie abilità di duro, danni che potrebbero però chiedere vendetta.

Durante il party di White Sensation, messo in scena meravigliosamente, quando tutti ballano vestiti di bianco in una grande chiesa, qualcuno spara a Ronnie nei bagni – piastrelle bianche, bianche porcellane dei sanitari, abiti bianchi, neon dalla luce bianca e il rosso del sangue.

L'uomo sopravvive miracolosamente, ma ha un solo indizio sul killer: un tatuaggio sul polso che rappresenta lo stemma della città di Dokkum, nella Frisia settentrionale, dove Ronnie si reca immediatamente con la sua guardia del corpo Janus (Juda Goslinga).

A Dokkum c'è anche Eduardo, angolano imponente ma spesso silenzioso in cerca di asilo (Goua Robert Grovogui), il cui passato è pieno di crimini innominabili dai quali è sfuggito, che ora lavora nella pacifica campagna olandese in una costruzione agricola di un forzuto contadino vecchia maniera (René Groothof) e della dura moglie (Leny Breederveld).

Scoprire come queste storie sono collegate è uno dei piaceri del guardare The Resurrection of a Bastard, che, nonostante alcuni momenti di violenza intensa e quasi caricaturale, hanno fatto guadagnare al film paragoni con Quentin Tarantino e Guy Ritchie. Il film è essenzialmente uno studio contemplativo del personaggio di Ronnie che dopo il tentativo di omicidio si ritrova con un mutato atteggiamento nei confronti della vita.

Il film è stato girato dall'ottimo direttore della fotografia olandese Lennert Hillege (l'epica in 3D Nova zembla [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, e nel recente film su Roma di Paul Verhoeven Tricked), che trascrive la natura del graphic novel in numerose composizioni widescreen senza sacrificare la fluidità e le qualità cinematografiche del film. L'impeccabile production design di Floris Vos (Winter in Wartime [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
) aiuta a creare il tono visivo del film e il suo contrasto tra città e campagna.

Il montaggio del fiammingo Alain Dessauvage, che ha di recente lavorato al film candidato all'Oscar Bullhead [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Bart Van Langendonck
intervista: Michaël R. Roskam
scheda film
]
, riesce anch'esso a definire il tono e il ritmo in un film che deve bilanciare violenza intensa e scene placide nella Frisia rurale e nella tranquilla città di Dokkum, dove una rotonda, vivace e gentile proprietaria di un hotel (Rian Gerritsen) dà il benvenuto a Ronnie e Janus. Resta però da vedere se per i due c'è un vero benvenuto – la fine di San Bonificio non fa sperare bene.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy