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USCITE Romania

Esordio deludente per A Farewell to Fools

di 

- Il dramma in costume aveva bisogno di qualcosa in più di Gerard Depardieu e Harvey Keitel per avere successo in Romania

Il film è il più costoso mai prodotto in Romania dalla rivoluzione del 1989, con un budget di 3.2 milioni di euro, e la sua uscita una delle più ampie nella storia recente: 40 cinema in circa 20 città. A Farewell to Fools [+leggi anche:
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scheda film
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, con Gerard DepardieuHarvey Keitel e Laura Morante e altri popolari attori rumeni, ha venduto solo 3.246 biglietti nella prima settimana di distribuzione, che rappresenta un brutto indicatore per il potenziale successo commerciale negli USA.

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A Farewell to Fools è il primo remake nella storia del cinema rumeno ed è basato sul racconto di Titus Popovici The Death of Ipu, adattato per la prima volta nel 1971 da un popolare regista dell’era comunista, Sergiu Nicolaescu, col titolo And Then I Sentenced Them All to Death. Il riadattamento è un classico diretto da Bogdan Dreyer, che lasciò il paese negli anni ’90 dopo aver diretto il primo lungometraggio prodotto in Romania dopo la rivoluzione. Il film, già noto come Ipu - Convicted to Live, vede la famosa star franco/’russa’ Gerard Depardieu nel ruolo di Ipu, scemo di un piccolo villaggio transilvano alla fine della II Guerra Mondiale, ma la sua fama, insieme a quella di Harvey Keitel e Laura Morante, non è bastata a convincere il pubblico locale.

Ipu è il migliore amico di (Bogdan Iancu), uno dei bambini del villaggio, e insieme passano il tempo pescando e giocando alla Guerra. In realtà, Ipu è francese e il suo vero nome è Theodore: lasciato indietro dall’esercito francese alla fine della I Guerra Mondiale, viene ritrovato quasi morto e senza memoria della sua vita precedente dal prete Ioan (Keitel). Toccherà ora a Theodore salvare la vita del sacerdote: quando un soldato tedesco viene ucciso nel villaggio e il comandante dell’esercito tedesco minaccia che dieci importanti membri della comunità saranno condannati a morte se non consegnano il colpevole, a Ipu sarà chiesto di sacrificarsi per il bene degli altri.

La sceneggiatura di Dreyer e Anusavan Salamanian preferisce però dare meno evidenza al drammatico contrasto tra il gruppo di ricchi e il semplice Ipu, incapace di difendersi dai loro stratagemmi, rendendo A Farewell to Fools una farsa caotica dai gesti scomposti, tante urla e dialoghi superficiali pronunciati esclusivamente in inglese con accenti molto differenti (e forti) tra vari attori e personaggi.

A Farewell to Fools viene salvato in parte da Depardieu, a suo agio in un ruolo a metà fra quello di Mammuth e quello della serie di Asterix e Obelix, ed il 13enne Bogdan Iancu, un innocente Alex non ancora pronto — come il prete, sua moglie, il sindaco (Nicodim Ungureanu), il medico (il belga Hubert Damen), il notaio (Gheorghe Visu) ed il capo della polizia (Alexandru Bindea) — a sacrificare Ipu. Alex e Ipu hanno una bella chimica sul grande schermo, e le loro selvagge buffonate sulle rovine di una vecchia fortezza prossima al villaggio invitano il pubblico a meditare sul “beati siano i poveri di Spirito” del Vangelo di Matteo. Il film perde l’occasione di essere un’analisi interessante di come l’innocenza sia minacciata dal potere, e Bogdan Dreyer non riesce a fare del suo film una meditazione importante sul destino degli outsider.

Girato in due settimane nella città medievale di Sighisoara e poi in studio a Bucarest, A Farewell to Fools non ha la convincente lucidità storica che ci si aspetterebbe da un progetto da 2,3 milioni di euro sostenuto da un team internazionale di scenografi e costumisti. L’uscita domestica è colpita anch’essa dai conflitti tra il regista e il produttore Giuliano Doman: il primo ha infatti accusato il secondo di aver modificato il finale del film e cercato di fermare la distribuzione, col supporto palese di Depardieu e Keitel, che non si sono presentati alla proiezione ufficiale.

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(Tradotto dall'inglese)

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