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FILM Danimarca / Svezia

The Expedition to the End of the World, un documentario d'avventura

di 

- Ad appena due anni dal suo primo documentario, il talentuoso Daniel Dencik propone un film d'avventura appassionante e poco convenzionale

Ancora una volta, la produzione documentaria danese conferma la sua forza, continuando a rinnovare idee e talenti. Daniel Dencik, vincitore del Reel Talent Award lo scorso novembre all'ultimo CPH:DOX, propone oggi il suo secondo lungometraggio. Distribuito da Haslund Film, The Expedition to the End of the World [+leggi anche:
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è una coproduzione Danimarca/Svezia (Beofilm, Garagefilm International AB). Il film è stato presentato la settimana scorsa al 15mo Thessaloniki Documentary Festival, nella sezione "Habitat" riservata alle conseguenze del rapporto tra uomo e ambiente naturale.

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L'anno scorso, Moon Rider, sorta di giornale intimo del ciclista Rasmus Quaade filmato in super 8, aveva lasciato il segno per il suo approccio formale singolare. Incentrato sulla fragilità dell'impegno sportivo di Quaade, l'atleta si mostrava sopraffatto dai suoi eccessi. Il recente documentario di Dencik riprende questa idea di sopraffazione, ma a livello più metafisico. Seguendo una spedizione marittima verso l'estremo nord-est della Groenlandia, The Expedition to the End of the World mette i suoi personaggi in uno stato di turbamento dinanzi all'immensità dei territori quasi sconosciuti che attraversano. Ma nessuna gravità: Daniel Dencik è andato a cercare nei suoi protagonisti (artista, geologo, archeologo e fotografo) l'umorismo. Il film racconta il loro grande senso dell'autoironia. Gli uomini sono apparsi cinque milioni d'anni dopo la nascita della Terra, e il significato della civiltà umana – così certa dei suoi risultati – prende, in questi luoghi al confine del mondo, un'altra direzione.

Mentre il grande veliero della spedizione si apre un varco in mezzo ai ghiacci, il cineasta approfitta delle soste lungo le coste e di eventi vari (la caduta di un ghiacciaio, l'irruzione di un orso polare) per raccogliere le impressioni di tutti. L'artista ammette che alla fine non siamo niente, l'archeologo svela l'esistenza di campi abitati da antichi popoli dell'Artico. Ciascuno rivela le ragioni della sua presenza a bordo, ed è questa convivenza tra i membri della squadra il principale motivo d'interesse del film. A migliaia di chilometri a Nord, il veliero incrocia la nave di una compagnia petrolifera: Daniel Dencik gioca allora con il sentimento d'avversione, appena velato, che provano i suoi compagni e lo stesso spettatore. Una spedizione che, dietro l'aria leggera e gioviale, è ricca di significato. Le belle panoramiche sui ghiacciai e le scogliere rivelano una grande padronanza della fotografia. The Expedition to the End of the World è una vera e propria esperienza, nella pura tradizione del film d'avventura, ma molto poco convenzionale.

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(Tradotto dal francese)

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