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USCITE Romania

Domestic, una colorata goccia d’acqua nella New Wave rumena

di 

- Il terzo film di Adrian Sitaru esamina ad arte gli alti e bassi della vita (con gli animali) in un condominio

Dopo aver conquistato il Premio al Miglior Regista e quello al Miglior Attore (Bogdan Dumitrache) a Locarno con il suo Best Intentions [+leggi anche:
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Adrian Sitaru modifica il suo target: dal dramma familiare alla tragicommedia in un condominio con il colorato Domestic, distribuito in patria la settimana scorsa. Ampiamente ignorato dai festival cinematografici di tutto il mondo, probabilmente a causa del suo gusto tutto locale, il film esamina ad arte la realtà divertente e stressante della vita in un condominio a Bucarest.

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Dal punto di vista del regista, Domestic [+leggi anche:
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 è un palinsesto delle sue opera precedenti: Sitaru inserisce elementi dei suoi pluripremiati cortometraggi e li rimescola in un tessuto completamente nuovo e complesso. Non solo gli attori, ma anche alcuni personaggi tornano nel lungometraggio. Per chi li conosce già, Domestic è la commedia umana di Sitaru, con personaggi e situazioni che passano, talora con troppa flessibilità, da commedia a tragedia.

Il film ruota intorno a tre famiglie che vivono nello stesso condominio. Adrian Titieni è il signor Lazar, insegnante e amministratore del condominio che si occupa di risolvere i problemi dei vicini, molto spesso provocati dagli animali domestici di altri condomini. Una coppia ha portato un cane nel palazzo. Non lo tiene però nell’appartamento, ma all’esterno, su un tappeto. Il fatto indispettisce gli altri vicini, che organizzano una riunione, dove scoppia un inferno sociale. È un bel momento per Sitaru, che mostra il suo talento nel gestire l’atmosfera e un affascinante caos — tutti i personaggi parlano simultaneamente, senza arrivare ovviamente ad alcuna conclusione. Ed è un grande momento anche per presentare gli altri protagonisti principali del film: il tassista Mihaies (l’eccellente Gheorghe Ifrim) e Toni (Sergiu Costache), giovane che spesso si occupa, a modo suo, dei problemi del cane.

Sitaru costruisce il suo film per scene: a volte la macchina da presa resta ferma per molto tempo, lasciando che i personaggi sviluppino conversazioni tristi o divertenti. Si tratta di scene domestiche, dato che quasi tutto avviene all’interno, con momenti di ilarità dedicati alle preoccupazioni delle famiglie nei confronti degli animali: bisogna cuocere una gallina e Lazars litiga su chi debba farlo, la moglie di Mihaies  (Ioana Flora) cucina un coniglio ma suo figlio Alin (il promettente Dan Hurduc) pensa vada tenuto invece in casa, il gatto di Lazar scompare, e così via. La storia più interessate è quella del personaggio di Ifrim: quando Alin porta a casa un piccione malato, il rumoroso, ignorante tassista smette di bere la birra da poco solo per profetizzare una rapida morte per il nuovo animale del figlio: dimostrerà però poco dopo di avere un cuore grande come la sua pancia quando comprerà una gabbia ad Alin per fargli tenere il piccione.

Sitaru si allontana dalle cupezze della new wave rumena con molti colori e personaggi vividi. Anche nella morte (un personaggio scompare tragicamente e viene organizzato un funerale surreale) riempiono lo schermo con emozioni, risate, lacrime, dialoghi frizzanti (Mihaies dice che gli alieni sono turisti dal futuro) ed energia. E anche se le reazioni dei personaggi sembrano talora artificiali, restano comunque molto piacevoli.

Uscito in patria venerdì scorso, il lungometraggio, prodotto da 4ProofFilm, ha venduto 5.400 biglietti in 24 sale. Il piccolo fiasco commerciale (il dramma sulla II Guerra Mondiale A Farewell to Fools [+leggi anche:
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di Bogdan Dreyer, con Gerard Depardieu e Harvey Keitel, uscito la settimana prima su 40 schermi, è andato peggio con soli 3.200 spettatori) è in parte spiegato da un trailer deludente e da una campagna promozionale che ha cercato di vendere Domestic come commedia.  

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(Tradotto dall'inglese)

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