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LOCARNO 2013

Flowers from the Mount of Olives: verso il silenzio

di 

- Inserito nella sezione Semaine de la Critique del 66° Festival di Locarno, il documentario estone è il racconto toccante di una vita semplice preceduto da un passato complesso

Flowers from the Mount of Olives: verso il silenzio

Ambientato in un convento russo ortodosso sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme, il documentario di Heilika Pikkov Flowers from the Mount of Olives segue la monaca 82enne Madre Ksenya (foto). La monaca, nata in Estonia, contempla la sua vita mentre si prepara alla probabile ascesa al Grande Schema – fase finale della vita monastica che vorrebbe anche dire passare il resto della vita aderendo al voto del silenzio.

Il film bilancia lo studio del carattere di Ksenya e piccoli sguardi alla vita nel convento. Quest’ultima è indubbiamente interessante, e mostra il lavoro lungo e lento (anche se estenuante) delle suore nel convento assolato, spesso ben filmato con attenzione ai dettagli più insignificanti. Ma è senza dubbio il primo a dare al film i suoi momenti più sublimi.

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La storia della vita di Ksenya – un’infanzia difficile, vari matrimoni complessi, una carriera di oncologa e il conforto trovato nella fede - non è mai meno che un intrigo di cuori spezzati e ambizione. È chiaro che Ksenya ha difficoltà a parlarne (una scena significativa è quella in cui esamina le foto di fidanzati del passato, che la disturbano e irritano) ma anche qui c’è un certo livello di confessione. Ksenya forse non potrà più parlare nel futuro, e ha quindi un senso per lei poter raccontare la sua storia per l’ultima volta.

Il film dà al pubblico anche la possibilità di confrontarsi coi propri pregiudizi: davanti all’immagine dell’anziana e mite monaca, è facile pensare a una vita vissuta in maniera ordinaria. Soltanto quando emerge la sua storia straordinaria – che Ksenya spesso racconta in maniera essenziale, come mero fatto – diventa evidente come le apparenze ingannino.

Montato con attenzione e girato con l’uso delicato di animazioni quando Ksenya riflette sul suo passato, questo film forte e commovente ha buone possibilità di convincere nel circuito festivaliero (e in particolare in quello dei festival documentari). Il Premio Zonta Club Locarno (assegnato al film che promuove temi di giustizia ed etica sociale) ricevuto dopo prima mondiale può sicuramente migliorare enormemente il profilo del film.

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(Tradotto dall'inglese)

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