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FILM Romania

I'm an Old Communist Hag, neanche troppo comunista

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- Il nuovo film di Stere Gulea uscirà il 23 agosto, il giorno dei grandi festeggiamenti del vecchio regime rumeno

I'm an Old Communist Hag, neanche troppo comunista

Diretto da Stere Gulea, prodotto da MediaPro Pictures e interpretato da Luminita Gheorghiu (in foto - Child's Pose [+leggi anche:
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intervista: Calin Peter Netzer
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), I'm an Old Communist Hag [+leggi anche:
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 racconta la storia di Emilia, 60enne che vive in tranquillità col marito Ţucu (Marian Ralea) in un paesino rumeno. La coppia si riempie di gioia quando riceve una telefonata dal Canada: la figlia Alice (Ana Ularu, Shooting Star alla Berlinale 2012) andrà a trovarli insieme al fidanzato americano Alan (Collin Blair). Le cose non potrebbero andare meglio per Emilia, che non vede l’ora di crogiolarsi nella felicità della giovane coppia. A Emilia, nota nel quartiere per la sua nostalgia comunista, viene inoltre chiesto di partecipare ad un documentario sui festeggiamenti del 23 agosto, festa nazionale prima della Rivoluzione dell’89.

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Dato l’enorme apparato promozionale di MediaPro Pictures, la cui divisione MediaPro Distribution cura l’uscita locale delle produzioni di Warner Bros., e la popolarità di Luminita Gheorghiu e Ana Ularu, il film ha buone possibilità di diventare un successo dei botteghini, nonostante il titolo e la proverbiale riluttanza degli spettatori rumeni nei confronti di temi che rivisitino i cupi anni del comunismo.

In effetti I Am an Old Communist Hag non è un film sul comunismo, ma sulla memoria e il ricordo. È un film sul bisogno di selezionare le cose buone della vita per poter andare avanti, a volte utilizzandole come una stampella. Il film parla della memoria selettiva di chi sa che nessun regime politico è senza macchia, e che la vita ha un suo modo di dipingere con colori pastello le parti oscure e sfocate della nostra storia personale.

Emilia ricorda bene l’epoca in cui c’era lavoro per tutti e la disoccupazione era praticamente sconosciuta. Quando nessuno doveva diventare uno “schiavo delle banche” per avere un posto dove vivere. Sono temi universali delle vecchie generazioni scontente per le difficoltà del presente, ed Emilia non esita a servirle, con un pizzico di gusto comunista, ad Alice, una vincente che si domanda ancora se il suo sogno canadese/americano non sia in realtà un incubo.

Gulea utilizza questo conflitto per esplorare le relazioni e le mentalità, le aspettative e le delusioni, e la grande relatività: lasciare un paese ex comunista è l’unica possibilità per essere felici? Restare è condannarsi a una vita di difficoltà e povertà? La risposta del film è imprevedibile, matura, affettuosa e universale: la strega del titolo (‘hag’) non è una nostalgica comunista, ma una madre.

Dopo il fallimento commerciale del suo film precedente, Weekend with My Mother, che esplorava le sfide di essere un giovane tossicodipendente nella Romania di oggi, il nuovo progetto del regista è un gradito cambiamento nella messa a fuoco su una generazione diversa. Uno spettatore generoso, interessato a scoprire come si senta e pensi una “vecchia strega”, perdonerà i problemi di ritmo del film e i futili flashback del periodo della vita di Emilia in cui il temuto presidente comunista Nicolae Ceausescu doveva visitare la sua fabbrica.

E alla fine, il pubblico potrebbe desiderare di avere il potere di Emilia di ignorare le difficoltà: sotto lo sguardo fisso di un blu impossibile degli occhi di Luminita Gheorghiu, la vita ha una accattivante serenità.

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(Tradotto dall'inglese)

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