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VENEZIA 2013 Orizzonti

Still Life, al cimitero con vista panoramica

di 

- La seconda prova alla regia del produttore di Full Monty è un film intenso sulla solitudine e l'appartenenza.

Still Life, al cimitero con vista panoramica

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 è la natura morta, dipinto o foto che sia, ma con un facile gioco di parole può essere anche una vita immobile, silenziosa, un po' come la morte. Di morte si occupa John May, meticoloso funzionario comunale del distretto londinese di Kennington il cui lavoro consiste nel rintracciare i parenti delle persone morte in solitudine. John stesso è solo, non ha amici, cena con una scatoletta di tonno e una mela nel suo squallido ma ordinato appartamento. Ama il suo lavoro, è un travet del lutto che prova un enorme rispetto per queste donne e uomini che lasciano il mondo senza nessuno accanto. John fa di tutto per ritrovare i parenti, ma quasi sempre c'è un motivo per detestare un padre o una madre, per dimenticare. E così John è l'unico a partecipare ai funerali, si occupa persino della musica da mettere e scrive personalmente un ricordo del defunto.

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Ora tutto questo sta per finire. Il comune ha deciso di dargli il benservito, licenziarlo. Le sue ricerche sono troppo dispendiose, a chi interessa di questi vecchi abbandonati a se stessi da figli e parenti?

Uberto Pasolini, italiano trapiantato nel Regno Unito, è l'uomo che nel 1997 stava dietro all'enorme successo di Full Monty come produttore. È alla sua seconda regia dopo il pluripremiato Machan [+leggi anche:
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, con questo film intenso e toccante selezionato in Orizzonti alla Mostra di Venezia. Still Life Nella direzione sensibile e misurata di Pasolini è incastonata la performance Eddie Marsan, straordinario attore utilizzato da Martin Scorsese, Steven Spielberg, Mike Leigh, Bryan Singer.  In Still Life  Marsan incarna il piccolo uomo qualunque capace però di una grande umanità. Il suo diligente John May, nonostante il licenziamento, sente di dover portare a termine la sua ultima missione: trovare parenti e amici di un vecchio alcolizzato, Billy Stoke, e invitarli al suo funerale. 

John comincia a ricomporre il mosaico della vita di Stoke, partendo da pochi indizi, tra cui un album di foto che ritrae un ragazzina. Scopre che quella di Stoke è stata un'esistenza ricca, piena di amicizie. John May rintraccia anche Kelly (Joanne Froggatt), la figlia di Stoke. Nasce un'amicizia che permette al  piccolo impiegato di mezz'età di assaporare la vita per la prima volta e a concedere a Stoke il suo posto con vista panoramica prenotato al cimitero. 

Pasolini, che ha anche scritto e prodotto a basso budget il film, si è ispirato al lavoro reale di questi impiegati che organizzano le esequie di persone sole, traendone una riflessione sull'appartenenza ad una comunità, sul valore che assegnamo all'individuo che abita nella casa accanto alla nostra, sulla solitudine. 

Con un occhio ai film del maestro giapponese Yasujirō Ozu, Uberto Pasolini ha girato immagini statiche come il titolo del film, con inquadrature che riflettessero l'esigenza di ordine del protagonista.  Un supporto fondamentale arriva dal direttore della fotografia Stefano Falivene, che ha lavorato con Amos Gitai, Abel Ferrara, Wes Anderson. Il colore per tutta la prima parte del film è decisamente desaturato e le varie tonalità vengono lentamente introdotte mentre la storia si arricchisce.

Il film, prodotto da Redwave/Embargo Films in associazione con Cinecittà Studios, Exponential Media e Rai Cinema, è nel listino di Beta Cinema e uscirà in Italia prossimamente con BIM Distribuzione.

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