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TELEVISIONE Francia

‘No’ alla pubblicità in TV

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Disaccordi tra la Francia e l’Unione Europea sull’apertura dei settori della pubblicità vietati nella televisione d’oltralpe. In seguito all’incontro del 2 aprile scorso a Bruxelles fra il ministro francese della cultura, Jean-Jacques Aillagon, e il Commissario europeo del mercato interno, Fritz Bolkestein, la situazione si è bloccata.

In effetti, un decreto francese del 1992 vieta la pubblicità alla televisione per i settori della distribuzione, della stampa, dell’edizione e del cinema, elemento che costituisce una infrazione rispetto alla regolamentazione europea. Favorevole ad una progressiva apertura per la distribuzione e la stampa, il ministro francese ha conservato il proprio fermo dissenso nei confronti della pubblicità televisiva per la stampa e il cinema, appellandosi alla necessità di proteggere “la diversità culturale e il pluralismo”.

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Una strategia difesa dall’insieme dei professionisti della Settima Arte francese, all’eccezione del Gruppo Pathé. L’ARP (Autori, Registi e Produttori) ha mostrato così il suo sostegno incondizionato al ministro, considerando, nel comunicato stampa pubblicato il 3 aprile che “la volontà di de-regolamentazione non prende in considerazione le caratteristiche del settore culturale né gli interessi della creazione europea, favorendo un aumento della concentrazione a scapito delle imprese di produzione e distribuzione indipendenti”.
Prendendo esempio dal mercato dei video che approfitta della pubblicità televisiva, l’ARP sottolinea il forte dominio americano e chiede al Ministro della cultura di restare fermo sulle sue posizioni per “difendere le armi della regolamentazione della creazione che permettono al cinema francese di essere il primo in Europa”.

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(Tradotto dal francese)

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