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PREMI Danimarca / Regno Unito

The Act of Killing candidato a due BAFTA

di 

- In shortlist per l’Oscar, il documentario danese dello statunitense Joshua Oppenheimer ha vinto più di 40 premi internazionali, fra i quali quello della critica americana, ed è in arrivo un sequel

The Act of Killing candidato a due BAFTA

A meno di due settimane dall’annuncio delle nomination all’Oscar (16 gennaio),  The Act of Killing [+leggi anche:
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delregista americano (attivo a Copenhagen) Joshua Oppenheimer — in shortlist nella categoria Miglior Documentario —è candidato a dueBAFTA, principale riconoscimento per il cinema inglese, come Miglior Documentario e Miglior Film Straniero. Il premio sarà assegnato nel corso di una cerimonia a Londra il 16 febbraio.

La scorsa settimana (4 gennaio), il terzo film di Oppenheimer, Miglior Documentario Europeo 2013 per la European Film Academy, ha ricevuto la statuetta al Film non di Fiction della US National Society of Film Critics (dove era in lizza con At Berkeley dell’affermato Frederick Wiseman, con 20 voti).

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Prodotto esecutivamente dal regista e produttore tedesco Werner Herzog (che ha dichiarato di non vedere da almeno dieci anni un film “così potente, surreale e spaventoso”), The Act of Killing parla dell’omicidio di più di un milione di indonesiani accusati di comunismo dopo il colpo di stato militare del 1965.

Oppenheimer, Christine Cynn e un anonimo regista indonesiano esaminano un paese dal regime corrotto, nel quale i vecchi capi degli squadroni della morte sono celebrati come eroi, e vengono sfidati a rappresentare nuovamente le uccisioni di massa nello stile dei film americani che amano.

Oppenheimer e la sua troupe stanno intanto lavorando a The Look of Silence, sequel di The Act of Killing, pronto per settembre. Il film era stato girato prima di The Act of Killing, per la sicurezza delle persone che appaiono in esso, secondo il produttore Signe Byrge Sørensen di Final Cut for Real Productions.

“Volevo fare due film”, ha dichiarato Oppenheimer alla rivista danese di cinema Ekko. “La parte 2 segue una famiglia di sopravvissuti che scopre chi ha ucciso il figlio. Il fratello minore decide di rompere il silenzio con cui hanno vissuto e affronta le persone coinvolte nell’assassinio”.

“In Indonesia è impensabile che un sopravvissuto cerchi il carnefice, e il fratello viola quindi un tabù dopo l’altro: trova paura, rabbia e minacce”, ha concluso il regista, che caratterizza The Look of Silence come “lirica elegia al silenzio, ma anche poema sulla sua rottura e sul trauma che rappresenta”.

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(Tradotto dall'inglese)

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